Trivelle in Basilicata, la preoccupazione dei produttori biologici. Ed il sostegno della sen. Antezza

"Il Con.Pro.Bio. Lucano è preoccupato per la violenta e selvaggia estrazione petrolifera in atto e, ancor di più, per quella programmata nel prossimo futuro sul territorio e nel mare della Basilicata. Da quanto emerso nell’ultima trasmissione RAI Report (del 16/12/2012) riteniamo inevitabili le ripercussioni negative sull’economia turistica e agricola se si dovessero portare avanti i progetti delle industrie petrolifere e se, malauguratamente, si dovessero confermare i dati sull’inquinamento petrolifero della Val D’Agri". A dirlo è Michele Monetta – presidente del Consorzio produttori biologici lucano -, anticipando anche alcuni dei temi del convegno sulla biodelizia in programma domani, 28 dicembre, a Rotondella (Mt).

Regione vergine e petrolofera – "La Basilicata – continua Monetta – di fatto è ancora vista dal consumatore, non solo italiano, come un ambiente vergine e incontaminato, naturalmente vocato all’agricoltura biologica ed al turismo naturalistico. Beni alimentari e servizi di ospitalità la cui domanda è in grande crescita a livello planetario. Se non si pongono correttivi alle attività petrolifere già presenti e non si avviano indagini partecipate (quelle cioè in grado di ridare fiducia ai cittadini-utenti) sulla qualità ambientale, delle acque e dei territori già “aggrediti” dall’estrazione petrolifera ovvero un serio monitoraggio con centraline atte a verificare gli inquinanti prodotti dalla industria petrolifera (benzene, acido solfidrico, bario, ecc) e, le nostre terre ed i nostri figli non avranno nessuna possibilità futura di sviluppo! Esprimiamo pertanto apprensione per il territorio e ci chiediamo chi trarrà vantaggio da tutto questo allorquando (come si prevede) tra qualche anno questa risorsa energetica si esaurirà. Intanto, a fronte di 23 unità locali impegnate nel centro olii di Viggiano (PZ), sono centinaia gli agricoltori costretti a cessare le attività. Per non parlare del turismo. Nessuna ricaduta economica locale – aggiunge -, quindi, se non le esigue royalties, tra le più basse al mondo, riconosciute alla Regione ed ai comuni interessati. Gli unici che trarranno vantaggio da ciò saranno quindi le multinazionali petrolifere sulla pelle di una popolazione fin troppo pacifica. Si lasceranno alle spalle un territorio ridotto ad un colabrodo con scia di lutti per malattie sconosciute ed una economia reale in ginocchio. Esprimiamo solidarietà al mondo agricolo – conclude il presidente di Con.Pro.Bio Lucano – e sollecitiamo un tavolo con tutte le rappresentanze agricole e produttive per una netta presa di posizione sull’argomento".

IL COMMENTO AD AGRICULTURA DELLA SEN. MARIA ANTEZZA (PD) – Sulla vicenda delle trivellazioni abbiamo chiesto un parere alla senatrice materana Maria Antezza, della commissione Agricoltura: “Mi auguro vivamente che il progetto non vada avanti – ha detto ad agricultura.it Antezza – e che si tenga conto del punto di vista della popolazione lucana, memori anche della vicenda delle scorie a Scanzano Jonico (nel 2003). Come componente della commissione Agricoltura c’è da parte mia sempre un’attenzione particolare – ha aggiunto –; la contraddizione fra progetti di idrocarburi e produzioni di qualità è evidente, così come il danno per il comparto che sarebbe provocato”. Intanto la popolazione e le amministrazioni locali sono scese in piazza e si stanno battendo contro il progetto della Shell: “Il PD è con la popolazione lucana e si è battuto in Parlamento – ha proseguito – anche per la sanatoria sui vecchi progetti (limite 12 miglia dalla costa per le trivellazioni di idrocarburi)”. Inoltre Antezza  ha detto che le ragioni dei cittadini lucani sono condivise anche in Parlamento, ma ha ricordato anche che nei mesi scorsi, sul Decreto Crescita, non c’è stata la possibilità di votare sulla singola ‘voce’, per quanto riguarda le trivellazioni.

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