Un Dario Stefàno a 360 gradi quello che si è concesso – come ogni fine anno – in esclusiva ad agricultura.it. L’assessore all’agricoltura della Puglia (e coordinatore della Conferenza delle Regioni) parla di un 2012 comunque molto positivo per l’agricoltura della sua regione, nonostante le difficoltà genarlizzate; svela quali saranno le carte da giocare per il 2013 e quali le aspettative, passando per la definizione della Pac e dalle aspettative del prossimo Governo nazionale. Insomma è uno Stefàno tutto da leggere su agricultura.it
1. Assessore Stefàno, che anno è stato il 2012 per l’agricoltura della sua regione, tracci un breve bilancio.
Un bilancio certamente positivo, poiché il quadro che emerge è quello di un agroalimentare che riesce a tenere bene nonostante la crisi congiunturale, come dimostrato dal valore delle esportazioni cresciute dell’8,8%. Mi piace sottolineare che il 2012 ha portato anche i tanti premi vinti dalle cantine pugliesi, i riconoscimenti ai giovani imprenditori che portano innovazione in agricoltura ed il via libera definitivo ad alcune leggi regionali molto attese, quella sulla zootecnia, attesa dal 1975, e quella di riordino dei Consorzi di Bonifica, ma anche alcuni provvedimenti di grande profilo innovativo e didattico, come quello sui boschi didattici che vuole consolidare e replicare la bellissima esperienza delle Masserie Didattiche. Indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%. La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 419 euro per i consumi alimentari. Il capitolo di spesa più consistente riguarda carne (96 euro), ortaggi e frutta (74 euro), pane e farinacei (66 euro), latte, formaggi e uova (63 euro), oli e grassi (13,7 euro).
Questi dati delineano un’agricoltura che in Puglia è tornata ad esser perno fondamentale del sistema economico, non a caso contribuisce per l’8% al PIL regionale, e che continua a caratterizzarsi come esperienza di riferimento in termini di crescita di export. Risultati che confermano non solo la bontà delle scelte regionali e della strategia complessiva attuata ma anche dell’ottimo lavoro di squadra fatto intorno ad obiettivi ambiziosi.
2. Quali saranno le iniziative ed azioni previste per il 2013 per il rilancio (o conferme) dell’agricoltura regionale?
Dobbiamo continuare a percorrere la strada imboccata con successo, attraverso però ulteriori strumenti: uno su tutti il marchio Prodotti di Puglia che ci consentirà di traghettare le nostre produzioni sui mercati attraverso un processo di filiera, capace di tracciare la provenienza per dare certezza di origine ma anche per restituire competitività e potere contrattuale ai produttori primari. Molta attenzione sarà riposta anche al profilo organizzativo: non dobbiamo più commettere l’errore del passato quando la parola innovazione era abbinata esclusivamente al tema della tecnologia e della meccanizzazione e non anche al modello organizzativo che invece stiamo ridisegnando attraverso lo strumento dei PIF (Progetti integrati di Filiera) ma anche attraverso una serie di strumenti legislativi, quale ad esempio il disegno di legge sulla cooperazione delle imprese agricole, che riteniamo essenziale per risolvere le criticità del sistema.
3. In vista delle prossime Politiche, cosa auspica dal nuovo Governo nazionale e cosa chiede per l’agricoltura?
Il mio auspicio è che si possa scrivere, finalmente, una pagina di politica agricola nazionale, che l’agricoltura possa tornare, insomma, nell’agenda del governo nazionale. Mi duole sottolinearlo, ma sinora l’agricoltura è stata la grande assente, anche dall’agenda del governo tecnico, dove l’unica traccia che appare è riconducibile al famigerato art. 62, che però nulla ha a che vedere con il rilancio del comparto, o al il ddl per la difesa del suolo che per fortuna non è stato approvato, nella versione scritta dal governo, altrimenti avrebbe provocato il paradosso della corsa al cemento.
4. Il 2013 sarà l’anno che porterà l’agricoltura nella nuova Pac: qual è il ruolo che a suo avviso dovrebbero avere le Regioni e quali interventi e modiche finali auspica sul documento attuale?
Le agricolture regionali sono un patrimonio strategico del Paese, ed è significativo che gli emendamenti alla attuale bozza di riforma della Pac, proposti dalla Commissione agricoltura del Parlamento europeo riescano ad attenuare le principali preoccupazioni manifestate dalle Regioni: perché la nostra voce, rimasta per troppo tempo inascoltata a Roma, a Bruxelles è stata accolta come una risorsa straordinaria e speriamo che si trasformi in novità sostanziali per la prossima Pac. Mi riferisco ad esempio alle misure che propongono più efficaci interventi in tema di crisi di mercato, cambiamenti climatici, sburocratizzazione, tutti temi che non possono essere lasciati alla discrezionalità degli Stati Membri.
5. In conclusione: per il 2013 quali sono i buoni propositi e gli aspetti da migliorare per la “sua” agricoltura?
I risultati conseguiti già ci dicono chiaramente che occorre proseguire sulla stessa strada, con l’obiettivo di consolidare quello che abbiamo fatto e puntando in maniera più decisa alla filiera dell’olio d’oliva che ha già saputo recuperare velocità e che oggi rappresenta un grande asset attraverso cui la Puglia può trainare l’ intero comparto agricolo.