Olio d’oliva: il prezzo resterà alto secondo Carapelli. il DG Seabra: Consumi in calo del 16% in 2 anni, extravergine trattato come prodotto civetta

FIRENZE – Se i dati ufficiali (Fonte Ismea Mercati: leggi) parlano di un calo della produzione italiana 2024 di olio d’oliva a – 32% rispetto al 2023, le grandi industrie olearie, evidenziano invece dati in crescita, citando però i dati dell’area Mediterraneo, che beneficiano ovviamente degli aumenti produttivi di Spagna (ma anche Tunisia e altri paesi – leggi) dove il calo italiano incide davvero poco.


L’industria olearia Carapelli di Firenze (che fa parte del gruppo Deoleo), sulla campagna olivicola 2024-2025 in corso, conferma la stima di un aumento del 30% rispetto alla passata stagione a livello di produzione mediterranea nel cui ambito “l’Italia potrebbe raggiungere le 200mila tonnellate secondo le prime stime annunciate da Assitol, un calo produttivo verso la campagna precedente e che conferma le ridotte dimensioni dell’olivicoltura italiana”.


Il gruppo Deoleo è spagnolo con sede a Madrid, oltre a Carapelli controlla i marchi Bertolli, Sasso, Carbonell, Friol, Maya, Giglio Oro, Friggi Bene (e molti altri). È quotata alla Borsa di Madrid. L’azionista di maggioranza è dal 2015 il fondo inglese CVC Capital Partners.


La grossa differenza, riferisce Carapelli, la farà la Spagna, primo produttore mondiale, che dopo due anni di raccolte ai minimi storici, prevede circa 1,2 milioni di tonnellate. Buone, fra gli altri paesi produttori Ue, le aspettative per la produzione di Grecia e Portogallo. Stime condivise con Deoleo, il gruppo multinazionale di cui Carapelli Firenze fa parte, che opera in oltre 70 paesi nel mondo e che negli ultimi anni ha più che triplicato l’acquisto di olio d’oliva extra vergine 100% italiano per tutti i suoi prodotti. “Non è scontato – dice l’azienda Carapelli – che l’aumento del prodotto significherà calo dei prezzi al consumo. Sicuramente i prezzi si rilasseranno e ci sarà spazio per una ripresa dei consumi ma sarà responsabilità di tutti, produttori e Gdo, preservare il valore del prodotto”.

PREZZI IN ALTO, CONSUMI IN BASSO

Carapelli “punta a diffondere la cultura del consumo di olio di oliva” si afferma nella nota dell’azienda. Bruno Seabra, direttore generale di Carapelli Firenze, spiega che “il consumo di olio di oliva in Italia è diminuito di circa il 16% in questi ultimi due anni, flessione significativa per una categoria così matura ed importante per i consumatori italiani. Dietro il calo c’è una flessione della penetrazione della categoria nelle famiglie, ma soprattutto la riduzione dell’acquisto medio, impattato senza dubbio dai prezzi alti”.

“Le famiglie italiane – aggiunge Seabra – continuano a comprare ed avere l’olio extravergine in casa ma hanno sicuramente rinunciato alle scorte e lo hanno talvolta sostituito con altri oli più accessibili. Vista la rilevanza dell’olio extra vergine in una alimentazione corretta e nella cultura alimentare italiana, riteniamo, come impresa olearia, che si debba guardare con responsabilità al rischio di abbandono o disaffezione alla categoria dai consumatori.

Le due ultime campagne olearie con la loro limitata disponibilità e qualità hanno spinto i prezzi a livelli molto alti, difficilmente sostenibili per i consumatori, ma non dobbiamo guardare con rimpianto ai periodi precedenti. Per anni i prezzi troppo bassi al consumo non hanno permesso un’equa remunerazione dei vari attori della filiera. L’olio extra vergine è stato trattato come un prodotto civetta, ostaggio di politiche di prezzo che poco o niente avevano a che fare con il suo valore”.

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