Apofruit , liquidazione primaverile da 23,2 milioni di euro per i soci

Pievesestina di Cesena (FC) – Arrivano risultati molto positivi dalla liquidazione primaverile 2024 di Apofruit – cooperativa di produttori ortofrutticoli con oltre 2.700 soci in diverse regioni d’Italia –, la prima delle quattro programmate dalla Op nel corso di un anno (Apofruit è una delle poche cooperative a mantenere quattro liquidazioni annuali).

A fare il punto sono Ernesto Fornari e Mirco Zanelli, rispettivamente direttore generale e direttore commerciale di Apofruit. “Le principali referenze oggetto di questa liquidazione – spiegano – sono fragole e asparagi, oltre alle patate novelle siciliane e ad alcuni ortaggi. Complessivamente, in termini di quantitativi, abbiamo registrato un conferimento pari a 116.000 quintali, rispetto ai 124.000 quintali dello scorso anno, con una diminuzione quindi di circa il 6%. A fronte di tale situazione, tuttavia, la liquidazione riconosciuta ai soci sale a 23,2 milioni di euro, rispetto ai 21,9 milioni del 2023. In altri termini, abbiamo liquidato un 6% in più rispetto all’andamento già molto positivo dello scorso anno”.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le fragole, Fornari spiega: “Il 90% della nostra produzione riguarda l’areale lucano. Sta quindi proseguendo molto bene il progetto intrapreso da Apofruit nel Metaponto una quindicina di anni fa. Sebbene la campagna sia stata influenzata come sempre dall’andamento climatico che ha comportato maggiori rimpiazzi di piantine, abbiamo registrato una produzione su 120 ettari molto soddisfacente – 550 grammi per pianta, contro il record di 600 grammi del 2023 – e, soprattutto, un livello di liquidazione straordinario. Nello specifico, ci siamo attestati complessivamente sui 54.000 quintali, rispetto ai 58.000 del 2023, il 98% dei quali allevati con sistema convenzionale. La media riconosciuta ai produttori per tutte le principali varietà piantate – 63% Sabrosa, 30% Rossetta – si attesta infatti sui 3,20 euro, rispetto ai 2,80 euro del 2023, che era già un ottimo risultato. Le altre varietà – che coprono complessivamente un 7 % della produzione tra piante a cima radicata e nuove cultivar – si sono comunque attestate mediamente sui 3 euro il chilo”.

Per quanto riguarda l’areale romagnolo, Fornari e Zanelli aggiungono: “Purtroppo in Romagna la produzione di fragole conferma il calo tendenziale, nonostante la coltura sia tornata ad essere molto remunerativa negli ultimi anni. Nell’ultima campagna sono stati prodotti 3.000 quintali, rispetto ai 5.000 dell’anno precedente. Di questi, i 2.000 quintali convenzionali sono stati liquidati mediamente a 2,70 euro il chilo per il prodotto in serra e a 2,35 euro il chilo per il pieno campo, mentre per i 1.000 quintali di prodotto biologico (tutti in serra) sono stati riconosciuti in media 3,72 euro il chilo”.

Anche le performance degli asparagi si sono rivelate molto soddisfacenti. Fornari e Zanelli rilevano: “Per quanto riguarda questa coltura, ci riferiamo nell’ambito della nostra cooperativa a tre diversi areali: quello emiliano romagnolo, all’80% convenzionale e al 20% biologico, quello viterbese, equamente suddiviso tra convenzionale e biologico, e quello di Cerignola (Foggia), esclusivamente biologico. Nel complesso, la produzione conferita è stata di 8.000 quintali, sugli stessi livelli dello scorso anno, seppure con una finestra più ristretta, a causa di eventi meteo avversi durante la primavera. Nonostante le previsioni della vigilia si mostrassero molto complesse, per l’asparago convenzionale in mazzi dell’areale emiliano romagnolo, che comprende anche l’Igp di Altedo, l’extra è stata pagata 3,66 euro il chilo e la prima 3,10 euro. Nel Viterberse ci siamo attestati a 3,43 euro per l’extra e a 3 euro per la prima. Per il biologico, il prodotto pugliese è stato liquidato a 4,77 euro per l’extra e a 4,31 per la prima, nel Lazio a 4,61 per l’extra e a 4,13 per la prima, in Emilia-Romagna 4,97 euro per l’extra e 4,20 per la prima. Ciò significa, rispetto al 2023, liquidazioni superiori del 10% sul convenzionale e del 20% sul biologico”.

 

Infine, Fornari e Zanelli puntualizzano: “Nella liquidazione primaverile rientrano anche gli orticoli prodotti tra marzo e giugno. Tra questi, spiccano le patate novelle della Sicilia, che si attestano su circa 30.000 quintali e che confermano le ottime performance degli ultimi anni, con medie di oltre 0,75 euro il chilo per la prima.”

I risultati della liquidazione primaverile sono stati presentati ai soci in tre assemblee tenutesi in questi giorni a Scanzano Jonico, Cesena e Bosco Mesola.

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