BOLOGNA – “Serve un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio che preveda, oltre che la manutenzione dei corsi d’acqua, la realizzazione di infrastrutture atte a gestire fenomeni che sono ormai eventi ordinari.Perché è del tutto evidente che gli interventi in emergenza, seppur necessari, non sono la soluzione”.
Questo il commento di Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna, al recente – ed ennesimo episodio – di maltempo che, con le piogge abbondati e prolungate, ha messo in crisi il sistema idraulico con effetti devastanti su città, campagne e Appennino.
I danni si sommano ai danni, ancor più evidenti nelle aree già toccate dall’alluvione dello scorso anno. La furia dell’acqua, oltre ad aver invaso strade e centri abitati, in molte zone si è portata via ciò che era rimasto in campo: pomodoro da industria, soia e uve da vendemmiare.
“Crediamo che la messa in sicurezza del territorio, in tutte le aree fragili della nostra regione e della penisola, debbano diventare la priorità assoluta di ogni iniziativa e investimento -sottolinea Francia- e questo deve avvenire a ogni livello istituzionale. Certo è che non possiamo lasciare soli gli agricoltori, tra i primi a subire le devastazioni delle bizze climatiche”.