Non valorizza chi vive e lavora in agricoltura e favorisce il permanere delle rendite fondiarie in contrasto al documento firmato da tutte le organizzazioni agricole, cooperative e sindacati del lavoro italiani il 17 novembre 2011 per una riforma della Politica Agricola che chiedeva di “indirizzare i benefici della PAC prioritariamente verso le imprese agricole che sono orientate al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società.” E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare gli emendamenti approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla proposta della Commissione Europea in materia di riforma della Politica Agricola Comune. Nel documento di tutte le organizzazioni agricole cooperative e sindacati del lavoro si legge che “Tenuto conto della riduzione delle risorse della PAC destinate al regime di pagamenti unico, riteniamo che i beneficiari del pagamento unico debbano essere, prioritariamente, sebbene non esclusivamente gli agricoltori attivi. Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa, è necessario che la definizione di “agricoltore attivo” sia demandata allo Stato membro e che per quello che riguarda in nostro Paese è l’ imprenditore agricolo professionale”. La Commssione Agricoltura del Parlamento Europeo nega invece – denuncia la Coldiretti – la possibilità agli Stati membri di stabilire i criteri affinchè non siano concessi pagamenti diretti ad una persona fisica o giuridica le cui attività agricole non rappresentano una parte predominante dell’insieme delle sue attività economiche. Gli unici segnali positivi – conclude la Coldiretti – vengono dagli emendamenti che apportano taluni miglioramenti per i giovani, il greening, il sostegno alla filiera corta, ma anche il tetto per gli aiuti.
Il commento di Confagricoltura – “Registriamo positive modifiche all’impianto della riforma della Pac proposto dalla Commissione europea, in attesa del seguito di quello che si preannuncia come un negoziato difficile e complesso sul quale continueremo a vigilare”. Commenta così Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, la due giorni di votazioni della Commissione dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale che ha approvato i suoi numerosi emendamenti alle proposte di regolamento della “riforma verso il 2020”. “Non possiamo non riconoscere alla Comagri ed al suo presidente Paolo de Castro – ha proseguito il presidente di Confagricoltura – un lavoro enorme di rivisitazione e proposta rispetto ai testi originari, che ha consentito di introdurre importanti novità". Un certo allentamento dei forti tagli a carico dei produttori storici, ad esempio, ma anche l’eliminazione dell’obbligatorietà e la semplificazione del greening. Sino ad alcune positive note come le novità sugli strumenti di mercato per le crisi e la proroga al delle quote zucchero e dei diritti di impianto vitivinicoli. Mentre sono senz’altro positive anche le aperture nello sviluppo rurale per la gestione nazionale dei programmi e per il funzionamento dello strumento di gestione del rischio; così come infine non si può non citare, anche per l’apporto del relatore Giovanni La Via, l’introduzione di semplificazioni per la condizionalità ed il regime sanzionatorio. “Certo permangono tutte le nostre perplessità per una struttura della riforma che mantiene i capisaldi di chi l’ha progettata e sui quali dobbiamo ancora impegnarci. È inaccettabile ed antistorico tagliare le risorse alla nostra agricoltura – ha poi affermato Guidi – così come dare troppa enfasi sulla ridistribuzione dei pagamenti tra le imprese e sugli impegni ambientali, che limitano il potenziale produttivo invece che esaltarlo.” Si tratta di aspetti che verranno affrontati nelle prossime settimane del negoziato a partire dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo del prossimo 7-8 febbraio. Aspetti sui quali Confagricoltura non farà mancare la sua attenzione e le sue proposte; per le possibili conseguenze che esse possono determinare in prospettiva per le imprese associate.