ROMA – “Bene le nuove risorse per favorire la meccanizzazione agricola, volano per la ripresa del settore. Servono, ora, certezze sui tempi e una necessaria semplificazione delle procedure”. Così, oggi, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, nel suo intervento al convegno politico di apertura all’Eima International 2024 a Bologna. In un periodo di crisi economica, la meccanizzazione può fornire le risposte utili a superare le difficoltà date dal climate change.
Serve, infatti, un potente supporto tecnologico, con macchine di nuova generazione capaci -insieme a sistemi digitalizzati sempre più performanti- di rendere più produttivi i terreni marginali e di dosare scientificamente gli input chimici e la risorsa idrica, riducendo al contempo i costi, con la gestione totalmente informatizzata dei fattori produttivi. Cia ha ribadito, dunque, l’urgenza di tornare a pianificare la sostituzione dei mezzi meccanici obsoleti con una programmazione strutturata e una visione pluriennale, che possa essere accessibile al numero più ampio di agricoltori, con costi minori e una burocrazia semplificata.
“Quando si parla di autosufficienza alimentare, aumento della produzione, maggiore redditività per i produttori e sostenibilità ambientale, bisogna ricordare che questi obiettivi possono essere raggiunti solo tramite una meccanizzazione agricola innovativa e altamente tecnologica. Ormai è si tratta di un processo che deve essere irreversibile”, ha dichiarato Fini. L’Italia, con un milione e mezzo di macchine agricole immatricolate prima del ’96, spesso senza i più basilari sistemi di sicurezza (si registrano ancora 120 decessi l’anno) ha, infatti, urgente bisogno di un ricambio del ‘parco macchine’. Per farlo, c’è bisogno di raggruppare le diverse misure in uno strumento unico con una visione di lungo periodo.
A questo andrebbe abbinato un pacchetto di incentivi per il sostegno ai giovani agricoltori, all’agricoltura di precisione e all’acquisto di mezzi a trazione green, interventi cruciali per l’innovazione e la sostenibilità del comparto agricolo nazionale. ”Per fare impresa ci vuole programmazione -ha concluso Fini-. Le nostre imprese devono poter sapere su quali aiuti possono contare nel lungo periodo, per poter così impostare le loro iniziative imprenditoriali sia dal punto di vista tecnico che da quello economico”.