AI: investimenti in forte crescita, ma l’Europa è in ritardo rispetto a Usa e Cina. In Italia il mercato è arrivato a 710 milioni di euro

BOLOGNA – «Con l’intelligenza artificiale non si può aspettare e vedere cosa succede. Occorre essere attivi, perché siamo di fronte a una rivoluzione, simile a quella verificatasi con l’avvento di internet».

Giampaolo Barbieri, amministratore delegato della Barbieri srl e membro del Consiglio di presidenza di FederUnacoma evidenzia con queste parole la portata dell’avvento dell’intelligenza artificiale in tutti i settori, agricoltura compresa. Lo fa a Eima International all’incontro intitolato “IA: le prospettive dell’industria” al quale hanno partecipato rappresentanti del Cema (Il Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole), dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di importanti case costruttrici come John Deere e Cnh.

I progressi dell’intelligenza artificiale sono notevoli e le applicazioni in agricoltura ormai molteplici. In campo, grazie al riconoscimento visivo si possono individuare problemi fitopatologici o carenze irrigue sulle quali agire in maniera tempestiva. Attraverso robot dotati di intelligenza artificiale – è stato sottolineato nel corso dell’incontro – si possono rendere automatiche le operazioni di raccolta e, ancora più a valle nel processo produttivo, l’IA può essere utilizzata per la selezione in ambito ortofrutticolo e per ottimizzare i processi di confezionamento.

Per Barbieri l’intelligenza artificiale non è un’esclusiva dei colossi industriali, ma una straordinaria opportunità anche per le piccole e medie imprese. «Un recente studio proprio su queste tipologie aziendali – ha rimarcato il consigliere FederUnacoma – ha messo in evidenzia che chi sta utilizzando l’IA nella propria azienda ha possibilità più che doppie di creare reddito e di crescere rispetto alle realtà che hanno deciso di non entrare in questo mercato». Questo grazie all’aumento dell’efficienza, ai sistemi di supporto decisionale e al miglioramento della produttività. «L’intelligenza artificiale – ha concluso Barbieri – rappresenta un vero ‘booster’ per il business e per noi costruttori».

La crescita dell’IA in Italia viene confermata dai numeri, in continuo aumento. Nel 2018, secondo i dati del Politecnico di Milano, il mercato valeva 210 milioni di euro, poi saliti a 300 nel 2020 e a 500 nel 2022. Nel 2023, ultimo dato disponibile per l’Italia, si sono toccati i 760 milioni di euro con una crescita del 52% rispetto ai precedenti 12 mesi. Eppure, come rimarca Marko Bertogna Professore Ordinario di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore, l’Europa è in ritardo: “Non è mai troppo tardi per investire e le possibilità di espansione rimangono. Ma vale la pena ricordare che le prime dieci aziende in termini di investimenti in questo settore ad alta tecnologia sono tutte statunitensi o cinesi”. Bertogna sottolinea che sono diversi i prodotti maturi nel settore della meccanizzazione agricola, ad esempio sul fronte della guida autonoma. EIMA International 2024 è lo specchio di un’evoluzione evidente.

 

 

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