MODENA – Assemblea generale ordinaria dei Consorziati del Parmigiano Reggiano per l’approvazione del bilancio preventivo 2025 a Modena.
La plenaria ha deliberato un bilancio con 51,54 milioni di euro di ricavi. Sul totale, 20,08 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 31,13 milioni, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse. Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 28,4 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e, in particolare, all’estero. Verrà data priorità agli investimenti per l’acquisto di spazi pubblicitari (tv, radio, stampa e web) nazionali e internazionali, e per il sostegno dei progetti di crescita dei mercati realizzati direttamente con catene distributive italiane ed estere, e con importatori e caseifici.
Inoltre, 0,30 mln euro verranno dedicati al rafforzamento dei programmi di vigilanza di mercato e di tutela legale nei mercati internazionali, con una particolare attenzione dedicata ai canali non retail in Unione Europea e agli USA. È anche per sostenere questo obiettivo che il Consorzio ha ufficializzato lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) l’apertura di un ufficio operativo (corporation) negli Stati Uniti per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela, di vigilanza, di promozione e di formazione al consumatore. Inoltre, dopo la delibera temporanea del 2021 che aveva elevato a 7€ a forma il contributo ordinario per il triennio 2022-2024, si è votato per consolidare e rendere senza termine tale contributo dal 2025.
Nel corso dell’Assemblea è stata anche approvata la proposta di Accordo preventivo Filiera Parmigiano Reggiano – Piano Regolazione Offerta 2026-2031, con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro destinato al fondo crisi di mercato. Per celebrare i 10 anni dall’introduzione di questo fondamentale strumento, previsto dal Regolamento UE 261/2012 per consentire di regolare l’offerta e assicurare condizioni di equilibrio rispetto alla capacità di assorbimento di prodotto da parte della domanda nazionale ed estera, la cui durata massima è stata allungata a sei anni con il nuovo regolamento comunitario 2024/1143, l’Assemblea ha previsto anche un momento pubblico dal titolo 10 anni di Piani Regolazione Offerta: modello per le filiere di qualità.
Il Consorzio ha colto immediatamente l’opportunità offerta dall’UE attivando un proprio Piano Regolazione Offerta già dal 2014. Grazie a ciò, la ciclicità del mercato è stata mitigata, con quotazioni stabili nel tempo e, in media, a livelli remunerativi. Nello scorso decennio, la produzione ha registrato un +2,2% annuo, passando dalle 3,280 milioni di forme prodotte nel 2013 alle 4,014 milioni del 2024, con un prezzo medio che dal 2022 si è mantenuto stabilmente oltre i 10€. Grazie allo strumento delle «quote latte Parmigiano Reggiano», unica Dop in Europa a essersene dotata, i produttori di latte sono diventati una parte «attiva» della filiera e il Consorzio ha potuto attivarsi con azioni e politiche calibrate ed efficaci. In 10 anni le dimensioni aziendali degli allevatori sono passate da 5.200 quintali all’anno a quasi 8.900 q.li/anno con un incremento di oltre il 70%. Inoltre, è stata salvaguardata la produzione in montagna, che nel 2023 ha superato le 861.000 forme (pari a più del 21% del totale) prodotte da 83 caseifici, con un aumento del +11% rispetto al 2016, anno in cui è stata inaugurata la politica del Consorzio di rilancio e valorizzazione, riconfermando il Parmigiano Reggiano come il più importante prodotto Dop ottenuto in quest’area geografica. La percentuale di allevatori di montagna è rimasta invariata nel tempo e rappresenta oltre il 36% del totale, con un’età media che si è mantenuta stabile, favorendone dunque il ricambio generazionale.
Dopo l’intervento di apertura del presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, si è tenuta una tavola rotonda sul tema de La visione della produzione primaria, della trasformazione e della valorizzazione della Dop, moderata da Riccardo Deserti, direttore generale del Consorzio.
Nel primo panel, dedicato alla Produzione primaria, sono intervenuti Tommaso Battista, Presidente Nazionale Copagri; Paolo De Castro, Università di Bologna; Cristiano Fini, Presidente Nazionale Cia; Massimiliano Giansanti, Presidente Nazionale Confagricoltura; Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti; Claudio Risso, Presidente Nazionale Terra Viva.
Nel secondo panel, incentrato su Trasformazione e valorizzazione, hanno preso parola Cesare Baldrighi, Presidente Origin Italia, Giampaolo Buonfiglio, Presidente Nazionale Agci-Agrital, Davide Drei, Presidente Nazionale Confcooperative Fedagripesca, Cristian Maretti, Presidente Nazionale Legacoop Agroalimentare; Paolo Zanetti, Presidente Assolatte. L’intervento conclusivo è stato affidato a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
“In questa assemblea costruiamo le basi del futuro del Parmigiano Reggiano – ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Il nostro obiettivo è dare continuità a una condizione di mercato che nel corso del 2023 e, in particolare, del 2024 è stata stabilizzata e ha raggiunto condizioni di equilibrio. Con una quota export che nel 2023 si è attestata al 43%, la Dop continua il percorso per diventare un vero brand iconico globale, con l’obiettivo di incrementare progressivamente nei prossimi dieci anni le esportazioni, in quanto l’estero rappresenta il futuro della Dop. Per perseguire l’ambizioso progetto di creare nuovi spazi nei mercati internazionali, abbiamo stanziato ben 28,4 milioni di euro per azioni di marketing e comunicazione. Inoltre, il Consorzio è proiettato con forza a supportare una cultura nuova e coerente relativa alle Indicazioni geografiche: quella di essere strumento di sviluppo non solo rurale, ma di un intero territorio; un patrimonio collettivo, slegato da interessi di parte o di singole comunità. I nostri 292 caseifici e 2.100 allevamenti danno lavoro a circa 50.000 persone: un numero enorme di famiglie.
L’opportunità di sviluppare modelli vincenti per i territori basati sulle denominazioni di origine dipende dalla capacità di combattere a livello globale le contraffazioni e le misure protezionistiche che le ostacolano, che vanno considerate strumenti ‘non etici’, dannosi per prodotti che non possono essere per loro natura delocalizzati dalle zone di origine e che rappresentano una ricchezza che ne garantisce lo sviluppo e la sostenibilità sociale. Il nostro impegno è quello di affrontare le sfide di oggi e del futuro con la consapevolezza che questa non è solo un’opportunità, ma anche una responsabilità per il ruolo di portabandiera e di esempio che il nostro Consorzio ricopre per una parte assolutamente rilevante di imprese, lavoratori e cittadini italiani”.