Una vita a metà tra caseificio e allevamento. Ci troviamo in provincia di Bergamo dove Camilla, 24 anni, si occupa del controllo qualità in diverse fasi della produzione di Grana Padano, lavoro in cui il progresso tecnologico è un elemento fondamentale per assicurare il rispetto degli standard in ogni forma.
A lei è dedicato il quarto episodio della terza stagione del format “Giovani della Filiera”, condotto quest’anno dall’imprenditore agricolo e content creator Matt The Farmer e voluto dal Consorzio Tutela Grana Padano per raccontare le storie di giovani allevatori, tecnici e casari che hanno scelto di investire il proprio futuro nella produzione del Grana Padano.
“Fin da piccola – racconta – ho sempre avuto la passione per gli animali, andavo in campagna con mia nonna e sono sempre stata a contatto con le mucche. Questa passione mi ha sempre guidata, anche negli studi”.
Il ruolo di Camilla nella filiera del Grana Padano è unico: unisce infatti le attività in caseificio relative al controllo qualità della produzione, con quelle in allevamento, aiutando gli allevatori nella gestione dei documenti per la tracciabilità con una app da lei sviluppata.
“L’utilizzo della app – continua Camilla – è stato un cambiamento abbastanza importante per gli allevatori che ad oggi sono quasi tutti autonomi e forniscono giornalmente i dati aggiornati. Sicuramente la nuova generazione può riuscire nell’intento di portare in agricoltura l’innovazione tecnologica, senza tralasciare mai sostenibilità e benessere animale”.
La giornata tipo di Camilla inizia con la check list di stabilimento, dai prerequisiti ai dispositivi fino alle varie sale: cottura, formatura, salatura e magazzino. Dalle grandi alle piccole cose, tutto viene controllato minuziosamente per avere un prodotto di altissima qualità. Poi si reca in allevamento per occuparsi della tracciabilità insieme agli allevatori.
“Usiamo una app – spiega – che partendo dal disciplinare di produzione del Grana Padano ci permette di registrare tutti gli alimenti acquistati e autoprodotti, in modo da ottenere la razione degli animali e avere un controllo giornaliero su quello che mangiano”. Così facendo gli animali stanno meglio e il latte è sempre più di qualità.
“Essere una persona giovane – conclude Camilla -, inserita quindi da poco nel mondo del lavoro, e far parte di una filiera così importante come quella del Grana Padano è sicuramente un motivo di vanto. Quello che sto vivendo è stato il mio sogno fin da bambina e non mi fermerò qui, andrò avanti nello sviluppo di questo sistema tecnologico per poter continuare con orgoglio a fare la mia parte”.