Scherzi del destino. Proprio nelle ore in cui a Verona si alza il sipario sul 47esimo Vinitaly, a Montalcino scompare Franco Biondi Santi, il nome che più di altri ha fatto conoscere il Brunello ed il vino italiano nel mondo.
Il ricordo di Bindocci, presidente Consorzio – “È scomparso uno dei simboli della qualità e dell’eccellenza del vino italiano nel mondo, sicuramente uno dei più importanti artefici del successo del Brunello di Montalcino a livello internazionale. Grazie a lui il Brunello è uno dei marchi più noti e apprezzati del made in Italy. Con lui, il Consorzio e tutto il territorio, oltre a perdere un grande produttore, perdono un grandissimo uomo, dalla profonda sensibilità e umanità. A lui dobbiamo molto e siamo sicuri che il suo esempio e la sua bravura saranno portati avanti da coloro che gli succederanno alla guida dell’azienda”. Con queste parole il Presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci ricorda Franco Biondi Santi, 91 anni, dagli anni ’70 alla guida della Tenuta Greppo di Montalcino.
Biondi Santi dottore agronomo – Il Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali piange la scomparsa di Franco Biondi Santi, dottore agronomo, iscritto all’Ordine provinciale di Siena dal 1° gennaio 1952, con la “storica” tessera numero 6. «Con Franco Biondi Santi perdiamo un grande uomo, un simbolo del Made in Italy e anche un illustre dottore agronomo iscritto da ben sessantuno anni – sottolinea la vicepresidente Conaf Rosanna Zari -. Una figura di riferimento per il vino italiano, ed un grande personaggio, lungimirante e innovativo, che ha dato lustro alla nostra agricoltura in generale. Durante la mia attività professionale, e anche da ex presidente dell’Ordine di Siena, ho avuto la fortuna di conoscere molto bene Biondi Santi, di cui ricordo una grande umanità e sensibilità». «L’Ordine di Siena – dice la presidente provinciale Monica Coletta – perde uno dei suoi primi iscritti, che ha sempre partecipato con spirito propositivo e grande motivazione alla vita ordinistica. Biondi Santi continuerà ad essere un esempio professionale e punto di riferimento per i più giovani». E soltanto tre anni fa, nel 2010, il Conaf ha premiato Franco Biondi Santi come dottore agronomo “emerito”, volendo così sottolineare chi nel corso della propria vita professionale ha svolto una brillante carriera sul territorio nazionale e internazionale.
Il sindaco di Montalcino Franceschelli – Anche il Sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli si unisce al dolore della famiglia Biondi Santi e commenta: “Sono profondamente addolorato per la scomparsa di un personaggio che ha dato tanto a questo territorio e grazie al quale Montalcino gode di un’immagine di altissimo profilo a livello internazionale. Un uomo che ha arricchito Montalcino, cosa di cui gli saremo sempre grati”.
Veronafiere e Vinitaly ricordano Biondi Santi – «Una perdita per la famiglia, alla quale ci stringiamo con affetto, ma la morte di Franco Biondi Santi lascerà un vuoto incolmabile anche nel mondo del vino italiano e internazionale». Lo ha detto Ettore Riello, presidente di Veronafiere all’annuncio questo pomeriggio della scomparsa di quello che rimarrà per tutti il “signore del Brunello” e il suo “custode”.
Custode della tradizione di famiglia, Franco Biondi Santi ha mantenuto il suo Brunello ai vertici dell’enologia internazionale, perseguendo tenacemente la qualità del vino e schierandosi con autorevolezza per il mantenimento rigoroso del disciplinare di produzione della denominazione.
Ambasciatore di Montalcino nel mondo, ha contribuito generosamente a rendere grande la sua terra e l’Italia. «Un esempio di vita e di professionalità che anche Vinitaly ha apprezzato durante le sue numerose presenze a Verona – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – e che rimarranno nel ricordo di tutti quelli che lo hanno conosciuto».
La storia del Brunello – Nel 1934 il nonno Ferruccio Biondi Santi era stato riconosciuto dal MAF come “l’inventore del Brunello”. Nel 1994 Decanter assegna 10/10 (la perfezione) al 1891, vino che allora aveva 103 anni. Nel 1999 Wine Spectator annovera la Riserva 1955 tra i “migliori 12 vini prodotti al mondo nel XX secolo”.
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