Trasporti ed energie pesano più del cibo sul carrello della spesa

La crisi stravolge la spesa degli italiani, che crolla ai livelli del 1997. Non solo cambiano le abitudini, con il ricorso sempre più frequente agli hard-discount (+17% sul 2011) e un taglio drastico a quantita’ e qualita’ del cibo, ma variano in maniera consistente i budget destinati ai diversi capitoli di spesa. Con uno sbilanciamento sempre più forte verso energia e trasporti a scapito della tavola. Lo afferma la Cia, confederazione italiana agricoltori, in merito al rapporto sui consumi delle famiglie nel 2012 diffuso oggi dall’Istat.

Le tasche più leggere degli italiani – Fino al 2008 la quota di spesa per cibo e bevande ‘occupava’ un quarto della spesa complessiva delle famiglie. Ma questa quota si e’ ridotta fino al 19% del totale – sottolinea Cia -. Di contro, ‘caro benzina’ e rialzi delle tariffe energetiche hanno costretto i consumatori a togliere soldi a beni essenziali come pane, pasta, latte e carne e destinarli altrove. Con la conseguenza che nell’ultimo anno ogni famiglia italiana ha dovuto sborsare più per combustibili, elettricità, gas e trasporti (484 euro al mese) che per gli alimentari (468 euro al mese).

I numeri –
Per la Cia, questo è un ulteriore indebolimento dei consumi alimentari, considerato che negli ultimi cinque anni la spesa delle famiglie per la tavola ha perso costantemente pezzi per colpa della crisi, lasciando per strada in media 2,5 miliardi ogni anno e attestandosi nel 2012 a 117 miliardi, vale a dire i livelli di vent’anni fa. Anche in questa prima parte del 2013, gli acquisti degli italiani rispecchiano il clima di austerity con un ulteriore taglio del 3% alla spesa per cibo e bevande, avverte la Cia, secondo cui oggi, infatti, il 65% delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione; il 53% gira più di un negozio alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42% privilegia le grandi confezioni o ”formati convenienza”; il 32% abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo; il 24% ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina. In piu’, oltre il 16% delle famiglie rinuncia del tutto a pranzi e cene fuori dalla mura domestiche.

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