“Un dato preoccupante, segnale di una peculiarità congiunturale negativa del settore, che però dovrà essere esaminato per lo meno alla luce dell’andamento del secondo semestre dell’anno, prima di valutazioni definitive.” Così Confagricoltura commenta i dati sull’occupazione diffusi oggi dall’Istat, da cui emerge un calo degli occupati in agricoltura del 10,1% nel secondo trimestre del 2013, rispetto al secondo trimestre del 2012. Tra le cause del fenomeno Confagricoltura evidenzia una tendenza di fondo al calo degli autonomi (quasi 50 mila occupati circa dei 90 mila persi nel settore nell’ultimo trimestre sono infatti lavoratori non dipendenti; e nel primo trimestre dell’anno il calo degli autonomi aveva sfiorato l’8%), cui si sono probabilmente aggiunti anche gli spostamenti in avanti delle operazioni colturali e il difficile momento generale dell’economia del Paese. “E’ certo che dopo il positivo aumento del +0,7% del numero di occupati dipendenti registrato in agricoltura nel primo trimestre del 2013 – sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – questo dato è una spia negativa. Non dobbiamo trascurare comunque la componente derivante dal trend di declino dei lavoratori autonomi, che sta proseguendo inesorabilmente da tempo ed è il segnale di una ristrutturazione del settore”. “Sull’andamento complessivo dell’occupazione in agricoltura in ogni caso – avverte Confagricoltura – sarebbe più corretto fare i conti a fine anno evitando giudizi affrettati. Tanto più se stiamo parlando di effetti legati alla stagionalità ed a fenomeni congiunturali. Occorre attendere per una valutazione complessiva; nel mentre, impegniamoci a sostenere un settore essenziale per la crescita e l’occupazione del Paese.”
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