Utilizzo acque reflue in agricoltura. Avviato nel Lazio progetto sperimentale

ROMA – “Se l’export agroalimentare, come ha dichiarato il Ministro, Lollobrigida, punta a raggiungere i 100 miliardi di euro, abbisogna di risorse irrigue di qualità, così come l’agricoltura non può certo rinunciare alla certezza di approvvigionamento idrico, assicurato dai potenziali 4 miliardi di metri cubi di acque reflue annualmente trattate dai depuratori italiani.

Rendere compatibili queste due esigenze in termini di garanzia sulla salubrità alimentare ed ambientale, senza penalizzare la competitività del settore primario con ulteriori costi e riconoscendo il ruolo attivo affidato dalla normativa europea ai Consorzi irrigui, deve essere un obbiettivo comune. Auspicando, quindi, una seria volontà di concertazione propedeutica all’emanazione del regolamento attuativo ministeriale, abbiamo chiesto di prorogare di un ulteriore anno il regime transitorio nella gestione delle acque reflue”.

A dichiararlo è Massimo Gargano, direttore Generale di ANBI, audito in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.

È in questo quadro di ricerca virtuosa di opportunità collettive che va inserito il protocollo d’intesa, firmato da Comune di Fiumicino, Acea Ato 2 e Consorzio di bonifica Litorale Nord, con la partecipazione di ANBI, per il riutilizzo agricolo delle acque reflue del depuratore di Fregene. Il progetto, una volta completato, rappresenterà una delle “best practices” italiane per l’ottimizzazione ed il recupero delle risorse idriche in un’ottica di riduzione degli impatti sull’ambiente e di contrasto alla siccità.

La risorsa recuperata dal depuratore andrà ad incrementare l’attuale disponibilità irrigua gestita dall’ente consorziale, grazie alla realizzazione di una nuova condotta d’adduzione che dall’uscita del depuratore convoglierà le acque affinate al canale consortile, e tutto in assoluta sicurezza per il cibo e la qualità delle imprese del Made in Italy agroalimentare. La nuova infrastruttura, per la quale si è conclusa la fase progettuale ed è attualmente in corso l’iter approvativo, ha ottenuto un contributo di oltre 6 milioni di euro dal Consiglio dei Ministri, rientrando tra i progetti individuati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per contrastare la siccità.

“Il depuratore di Fregene – evidenzia Niccolò Sacchetti, presidente del Consorzio di bonifica Litorale Nord – è adeguato ai massimi standard di depurazione, consentendo il riuso delle risorse idriche in maniera sicura ed efficiente. Questo garantisce benefici concreti per l’ambiente, riducendo il prelievo di acqua dal Tevere nei periodi estivi, quando il fiume raggiunge i suoi livelli minimi”.

“Si tratta di una sperimentazione, che coinvolge anche le Università di Bologna e delle Marche per la valutazione qualitativa della risorsa prodotta dal ciclo depurativo – aggiunge Francesco Vincenzi, presidente di ANBI -. È anche la concreta dimostrazione della comune volontà di perseguire soluzioni, che contemperino le reciproche esigenze nell’interesse delle comunità, dell’ambiente, delle imprese e dei cittadini consumatori”.

“In Italia – precisa Claudio Cosentino, presidente di Acea Ato 2 – solo il 4% delle acque reflue viene riutilizzato; il protocollo rappresenta, quindi, un modello ottimale di gestione delle risorse idriche, che servirà a mettere al riparo un intero territorio e la sua produzione agricola dal rischio siccità”.

“L’utilizzo della risorsa recuperata, nel breve e nel lungo termine – conclude il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini – andrà ad incrementare l’attuale sistema d’irrigazione, offrendo un supporto concreto e sostenibile all’agricoltura locale ed una risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico. Grazie a questa nuova gestione delle risorse idriche, gli agricoltori del nostro territorio potranno contare su una disponibilità di acqua costante durante tutto l’anno”.

Informazione pubblicitaria