Vino, etichetta sanitaria e maggiore tassazione rischiano di affossare il settore. Consorzi ‘sconcertati’ chiedono un dietrofront

ROMA – Un appello al governo italiano e a tutti gli europarlamentari perché si impegnino a bocciare, e quindi a cancellare, l’ipotesi di introdurre nuove misure annunciate dalla Commissione Ue nell’ambito della revisione del piano europeo di lotta contro il cancro.

Il motivo? “Condividiamo gli obiettivi del BECA ma l’approccio è ideologico e dannoso per il mondo del vino, settore strategico del Made in Italy che dà lavoro a 1,3 milioni di persone”.

E’ questa la richiesta che unisce alcuni consorzi di tutela – dall’Asti al Valpolicella, dall’Imt ai Colli Tortonesi fino a Doc delle Venezie – che in questi giorni hanno deciso di scendere in campo per una battaglia che pensavano di aver vinto tre anni fa. E invece “la Commissione sta preparando nuove misure che sono peggiorative rispetto a quelle già respinte e che rischiano di danneggiare un settore vitale per l’economia italiana ed europea”, sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio di tutela dei vini del Valpolicella.

Che cosa sta succedendo?

La Commissione ha proposto l’introduzione di una maggiore tassazione per il vino, la limitazione delle vendite transfrontaliere e l’introduzione di avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche. E’ anche prevista una regolamentazione più severa della pubblicità di alcolici che potrebbe colpire anche la visibilità dei prodotti vitivinicoli. Nel documento di revisione, la Commissione Ue afferma che oltre il 90% delle azioni del piano Beca è già stato avviato. Una delle proposte più significative riguarda la revisione della direttiva sulle aliquote fiscali sugli alcolici: Bruxelles intende modificare la quota minima di accisa per il vino, un principio che oggi prevede una quota pari a zero per il vino e le bevande fermentate.

Si spiega così lo “sconcerto” con cui Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg, ha appreso dell’iniziativa: “La Commissione invece di tutelare penalizza ulteriormente il nostro comparto già fortemente segnato da una situazione congiunturale particolarmente complessa. Quel documento deve essere bloccato e per questo è fondamentale il supporto degli Stati membri e, soprattutto dei nostri europarlamentari”.

Ancora Marchesini: “Non siamo contrari ai principi del Beca, ma il vino è cultura, legato alla dieta mediterranea, e non può essere paragonato a una semplice bevanda alcolica. Un inasprimento delle misure è assolutamente inaccettabile. La discussione deve essere riportata su basi scientifiche e pragmatiche”.

Michele Bernetti, presidente dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt), la mette giù così: “Pensavamo che l’indirizzo politico dato dall’Europarlamento esattamente 3 anni fa ci potesse tenere al riparo dalle lobby anti alcohol più integraliste. Pensavamo anche che l’ideologismo che da qualche anno pervade le stanze della Commissione Ue si fosse diradato dopo le elezioni di qualche mese fa. Così evidentemente non è”, Dal suo punto di vista serve “un’Europa diversa, più in linea con quella che al contempo sta lavorando per migliorare la qualità e la competitività del settore”.

Per Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio dei vini dei Colli Tortonesi, il problema è capire “chi promuove queste scelte, sinceramente incomprensibili, visto che ormai la scelta di bere in modo responsabile è diventata un patrimonio comune”. E aggiunge: “Le istituzioni dovrebbero rappresentarci, essere dalla nostra parte e invece si vorrebbero imporre regole che demonizzando il vino penalizzano milioni di cittadini. Le nuove misure devono essere bloccate altrimenti vincerà l’Europa dei burocrati e degli apparati”.

Secondo Stefano Sequino, direttore Consorzio DOC Delle Venezie, “demonizzare il vino è anche un metodo inefficace rispetto alla necessità di promuovere la cultura di un consumo consapevole, moderato e responsabile. La strada da percorrere è invece quella della corretta informazione ai consumatori e un esempio virtuoso in questo senso è il lavoro svolto da Wine in Moderation, organizzazione di cui il Consorzio DOC Delle Venezie è partner, che a partire da evidenze scientifiche si pone l’obiettivo di promuovere una cultura sostenibile del vino come parte di uno stile di vita equilibrato”.

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