ROMA – “La visione proposta riconosce la diversità dell’agricoltura in Europa, con problemi specifici in base ai territori; le risposte non devono essere a taglia unica, ma personalizzate per ogni regione: a dirlo stavolta non siamo noi, ma la visione di Cristophe Hansen, il nuovo Commissario Europeo all’Agricoltura”.
A sottolinearlo è un soddisfatto Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI, all’indomani, peraltro, dell’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del cosiddetto Decreto Legge Emergenze con due emendamenti sollecitati dall’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, audita nelle scorse settimane dalla Commissione Ambiente di Montecitorio: si tratta della proroga, al 31 Dicembre 2025, del termine ultimo per il riutilizzo irriguo delle acque depurate dagli impianti di depurazione già in esercizio alla data del 15 aprile 2023 e di analogo provvedimento, che riguarda le sperimentazioni sull’applicazione del deflusso ecologico, procrastinate fino al 30 Giugno 2026.
“Sono due interventi, che vanno nel senso indicato dal Commissario Hansen e da noi sempre sostenuto per individuare le migliori soluzioni per un territorio, dove l’acqua è anche un determinante fattore produttivo – aggiunge Vincenzi – Al proposito ringraziamo i Deputati, che li hanno approvati ed, in particolare, il Vicepresidente di Commissione, Francesco Battistoni, che se ne è fatto interprete”.
Entrambe le azioni, oggetto di proroga, necessitano infatti di ulteriori approfondimenti per evitare che la loro pedissequa applicazione penalizzi il settore primario del nostro Paese, incidendo su produzione e qualità dell’agroalimentare, immagine del “made in Italy” nel mondo: si tratta, infatti, dei parametri di salubrità e della gestione dell’utilizzo delle acque reflue in agricoltura, nonché della ricerca di nuove compatibilità tra le portate dei corsi d’acqua ed il loro utilizzo per l’irrigazione e la vivificazione dei territori.
“Su entrambi i fronti si è già al lavoro per trovare la giusta mediazione fra gli interessi dei diversi stakeholders – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Condividendo obbiettivi come il benessere dei corpi idrici e l’ottimizzazione irrigua, dobbiamo però evitare che si ripeta in agricoltura quanto sta accadendo nell’automotive, dove l’ideologismo ha prevaricato sulla politica, provocando pesanti ripercussioni sul settore; non si può dimenticare, infatti, che la sostenibilità ambientale, perché sia concretamente perseguibile, deve essere sempre accompagnata da quelle economica e sociale.”