VERONA – Un viaggio alla scoperta del “Grillo” da Marsala a Palermo, dai Monti Sicani a Noto passando per Messina per capire le evoluzioni di un vitigno ormai presente su un’ampia parte di Sicilia ma soprattutto per capire come si esprime con grandi risultati su diversi terreni, posizioni geografiche e condizioni climatiche diverse.
Alla 57esima edizione di Vinitaly, il Consorzio di tutela vini Sicilia DOC, 7.202 viticoltori e 530 imbottigliatori, ha proposto un ricco calendario di appuntamenti con convegni e masterclass mirate ad una valorizzazione e promozione delle eccellenze enologiche siciliane.
“Sulla rotta del Grillo” la masterclass dedicata alle sfumature ed all’evoluzione di uno dei vitigni simbolo della denominazione, ed a guidarci in questo viaggio è stato Filippo Bartolotta, giornalista, docente e wine expert.
Molto interessanti i vini prodotti da vigne vecchie dove l’affinamento in acciaio permette di aver nasi freschi, puliti e vibranti con note agrumate, sorso avvolgente ed elegante e bellissima sapidità finale. Le uve si prestano molto bene anche alle versioni con affinamento sulle fecce fini, ampliando così il bouquet aromatico con piacevoli note di vaniglia senza mai perdere la vena acida e la freschezza della beva.
Troviamo Grillo coltivati su terreni sabbiosi e con grandi pendenze che regalano note di ginestra, pesca, bellissima acidità ben bilanciata dall’alcool, regalando così un sorso morbido.
Filippo Bartolotta arricchisce la sua degustazione con aneddoti e racconti che ci aiutano a capire meglio la cultura e la profonda tradizione enologica di questa regione, una storia fatta di volti, fatica ma anche intuizioni, orgoglio e tanto amore. Con i suoi racconti ci apre virtualmente una finestra sul paesaggio delle zone vinicole: il mare, la terra, i colori dei tramonti mentre i profumi li abbiamo nel bicchiere.
E così scopriamo le versioni Riserva sempre vinificate in acciaio o cemento preservando quindi la parte olfattiva con note floreali ed agrumate, talvolta con sfumature di salvia e rosmarino. All’assaggio, vini sempre vibranti e comunicativi, oltre che longevi.
Chiusura con la versione con uve da vendemmia tardiva, colore ambrato e bellissime note di frutta matura, miele e fichi secchi, non manca l’acidità per un sorso avvolgente.
Una masterclass da cui emergono fortemente le grandi potenzialità delle uve Grillo e soprattutto la grande versatilità a cui si presta; i produttori sono consapevoli di avere tra le mani una grande materia prima e di continuare a valorizzarla per esprimere al meglio le sue caratteristiche e la sua identità territoriale.