Con la crisi oltre una famiglia su tre torna a fare la “scorta alimentare” come ai tempi di guerra e aumenta il tempo dedicato alla spesa. Dopo anni di dispense minime e acquisti quotidiani o settimanali, la necessità di risparmiare allunga i tempi davanti allo scaffale del supermercato, con il 65 per cento degli italiani che compara i prezzi con molta più attenzione rispetto al passato. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Più in dettaglio, il fenomeno dell’accumulo delle scorte riguarda il 34 per cento delle famiglie, che approfittano delle sempre più numerose “offerte speciali” per spendere di meno, soprattutto sui prodotti a media e lunga conservazione. D’altra parte -ricorda la Cia- dal 2008 a oggi le promozioni nella Gdo sono cresciute sia in termini di pressione (+9 per cento) che di profondità dello sconto (più che quintuplicati i “tagli” di prezzo superiori al 40 per cento) e oggi “valgono” 14,6 miliardi di euro l’anno. Una tendenza confermata anche dall’Ismea, che certifica ad esempio il “boom” di latte a lunga conservazione e carne bianca -sottolinea la Cia- che rientrano a pieno tra i prodotti di largo consumo per i quali le famiglie fanno scorte: nei primi cinque mesi dell’anno, infatti, sono cresciuti i quantitativi medi acquistati per atto (+5,1 per cento il latte UHT e +9,3 per cento il pollo) mentre è diminuito il numero degli atti d’acquisto (rispettivamente -5,7 per cento e 5,8 per cento).
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