Vendemmia brinda a record storico per l’export, vola a 5 mld

La vendemmia 2013 attualmente in corso si festeggia con un brindisi all’ aumento in valore del 10 per cento nelle esportazioni dl vino Made in Italy che vola verso il record storico di 5 miliardi delle spedizioni all’estero, se l’attuale trend di crescita sarà mantenuto alla fine dell’anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativo al primo quadrimestre del 2013 mentre è in corso la vendemmia giudicata  di qualtà piu’ che buona, con una produzione stimata dai 42 ai  44,5 milioni di ettolitri previsti da Assoenologi. Rispetto agli scarsi raccolti del 2012 si prevedono aumenti  fino al 5 per cento per Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Umbria, fino al 10 per cento per Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Liguria, Molise, Basilicata e Calabria, fino al 15 per cento per Trentino Alto Adige, Campania e Puglia ed una punta fino al 20 per cento in Abruzzo mentr cala la produzione nel Friuli Venezia Giulia (-5 per cento) dove il raccolto è in calo. L’Italia con la vendemmia 2013 è quindi  – sostiene la Coldiretti – il secondo produttore mondiale di vino dopo la Francia in cui la produzione è stimata pari a 46 milioni di ettolitri in aumento del’11 per cento rispetto allo scorso anno. Al terzo posto tra i Paesi produttori si classifica la Spagna seguita dagli Stati Uniti e dalla Cina che è in forte crescita anche nei consumi.
 
Spumante supestar
– A fare segnare il miglior risultato al di fuori dai confini nazionali – sottolinea la Coldiretti – è lo spumante italiano la cui domanda  cresce addirittura del 19 per cento nel 2013. Oltre la metà del fatturato estero – precisa la Coldiretti – viene realizzato nell’Unione Europea dove le esportazioni di vino crescono del 10 per cento come avviene negli Stati Uniti. La Germania si conferma il primo mercato per le bottiglie tricolori, con una crescita del 13 per cento, ma l’export va a gonfie vele anche in Francia (+12 per cento) e Gran Bretagna (+8 per cento). Un vero e proprio boom si registra però in Russia, dove gli acquisti di vino italiano sono cresciuti del 32 per cento. Crescita record (+30 per cento) anche in Australia. Un dato significativo se si considera che lo stato oceanico è oggi il primo paese esportatore di vino tra quelli extraeuropei e il quarto a livello mondiale dopo Francia, Italia e Spagna.  Positivo anche il dato sui mercati asiatici, con una crescita complessiva del 3 per cento, con un aumento del 5 per cento in Cina. Negli Stati Uniti – continua la Coldiretti – sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio mentre in Russia sono apprezzati Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti ed in Inghilterra Prosecco, Chianti, Barolo
 
Valore vendite – I buoni risultati sui mercati esteri, dove oramai si realizza oltre la metà del fatturato del vino italiano, sono stati accompagnati da un aumento del valore delle vendite anche a livello nazionale dove nel primo quadrimestre del 2013 si è verificato un aumento dell’8,4 per cento degli acquisti familiari secondo l’Ismea. Un risultato – continua la Coldiretti – determinato dagli aumenti dei prezzi medi poiché i consumi nazionali in quantità sono scesi a minimo storico dall’Unità d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri nel 2012, inferiori addirittura ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti (+2 per cento) e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene saldamente il primato mondiale. A livello mondiale ad aumentare è soprattutto la domanda in Cina con 18 milioni di ettolitri (+9 per cento) mentre in Europa – continua la Coldiretti – i consumi crescono un poco in Francia e sono invece stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna. il risultato è stato un aumento dei consumi mondiali che – conclude la Coldiretti – hanno raggiunto 245,2 milioni di ettolitri nel 2012 (+0,6 per cento) secondo l’Oiv.

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