Cosa cambia per l’agricoltura fiorentina con “La nuova Politica agricola comunitaria” è il titolo del convegno in programma domani, sabato 19 ottobre (ore 9.30) a Firenze – Opera Del Duomo in Piazza San Giovanni 7 – organizzato dalla Cia fiorentina. L’appuntamento si aprirà con i saluti del presidente della Cia Firenze Filippo Legnaioli e vedrà le relazioni di Pino Cornacchia, responsabile Dipartimento Economico della Confederazione Italiana Agricoltori; Roberto Pagni, dirigente Regione Toscana “Nuova programmazione Sviluppo Rurale 2014-2020 in Toscana”; quindi gli interventi di Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; e Gianni Salvadori, assessore Agricoltura Regione Toscana. Le conclusioni sono affidate a Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana.
Innovazione per la competitività – «L’applicazione della riforma della politica agricola comune deve rappresentare un momento di rilancio dell’agroalimentare nazionale e regionale per la crescita del Paese – sottolinea il presidente della Cia Firenze Filippo Legnaioli, intervenendo sulla nuova Politica agricola comune -. L’innovazione è una priorità per rendere competitiva l’agricoltura: la maggior parte degli investimenti – dice Pascucci – si limita al semplice rinnovo migliorativo degli impianti e delle attrezzature obsolete. L’innovazione, invece, dovrà essere sempre più sistemica e potrà essere sostenuta da politiche integrate nel cosiddetto triangolo della conoscenza: ricerca, trasferimento e formazione».
Produttività e sostenibilità – Per la Cia è opportuno riorganizzare le filiere per un rilancio dei mercati: «E’ necessario agire su tre piani – afferma Legnaioli – quello legislativo, programmatico ed imprenditoriale. L’aggregazione del prodotto è un problema soprattutto di mancata organizzazione. I costi delle inefficienze delle filiere assommano a due-tre volte i pagamenti diretti della politica agricola comune. Occorre che le politiche di sviluppo rurale favoriscano l’aggregazione del prodotto, nuove relazioni e nuovi strumenti tra i soggetti delle filiere». Puntare – sostiene la Cia – sulla possibilità di coniugare produttività e sostenibilità, valorizzando le filiere competitive, sviluppando l’integrazione tra produzioni agricole, agroenergetiche e della cosiddetta chimica verde, sostenendo la multifunzionalità e la pluriattività delle imprese anche nei servizi ambientali e territoriali, creando un contesto favorevole alla crescita imprenditoriale.
Il sostegno ai giovani – E inoltre è importante sostenere l’insediamento dei giovani: «Alle misure per il primo insediamento – spiega il presidente di Cia Firenze – vanno affiancati sostegni efficaci agli investimenti, alla consulenza, all’innovazione, sperimentando nuovi strumenti per un’efficace ed effettivo ricambio generazionale». Da rivalutare poi gli incentivi per lo start up delle imprese condotte da donne; ed un rafforzamento dell’integrazione delle politiche di coesione e dei diversi fondi strutturali. Senza dimenticare – aggiunge la Cia – una nuova governance del Psr definendo un piano nazionale per gli strumenti di gestione del rischio e stabilizzazione dei redditi e sostenendo la possibilità di gestire progetti interregionali, con azioni convergenti da parte delle Regioni.
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