Trionfo della Basilicata al Campionato di cucina contadina

“Pubblico numerosissimo e tanti operatori di settore. Direi che AgrieTour conferma di essere una formula vincente e un appuntamento ormai imperdibile per tutti coloro che si interessano a vario titolo del mondo dell’agriturismo”. La soddisfazione di Raul Barbieri, Direttore di Arezzo Fiere e Congressi è più che giustificata, i numeri dell’edizione 2013 del Salone dell’Agriturismo sembrano destinati a superare ampiamente quelle già lusinghieri dello scorso anno con i visitatori entusiasti delle tante situazioni che la fiera offre. Come sempre di grande appeal il Campionato Nazionale della Cucina Contadina, mai così ricco e di alta qualità. 30 piatti per una sfida all’ultimo assaggio. Ed è stata la Basilicata ad imporsi con degli impareggiabili strascinati di mischiglio mantecati con soffritto di peperoni di Senise e cacioricotta. La maestria di Patrizia Fiore dell’agriturismo Vignola di Marsico Nuovo (Potenza) ha conquistato la giuria composta da esperti e giornalisti del settore e presieduta da Giorgio Menna, direttore di Enogà, associazione leader nel mondo dell’enogastronomia top level. Sul secondo gradino del podio la tradizione del Trentino con gli gnocchi di polenta e finferli cucinati dalla giovane Sara Sighel dell’agriturismo La Stropaia di Basegla di Pinè (Trento) mentre al terzo posto si è piazzato l’agriturismo “Il castagneto” di Supino (Fr) con un dolce natalizio del XVIII secolo, i Susamelli. La giuria ha inoltre attribuito ex aequo un premio alla tradizione che è andato rispettivamente all’agriturismo Villa Siragusa di Bitonto (Bari) con “Strascinati alle cime di rapa” e all’agriturismo Il Fascinaro di Casalvieri (Fr) con il suo pollo ruspante.


Il sogno di una vita bucolica –
Ovviamente AgrieTour è anche l’occasione di fornire dati e numeri. E così scopriamo che tre Italiani su dieci sognano di vivere in campagna. Un ritorno alle origini, ma anche la possibilità di condurre una vita “slow” rispettando l’ambiente. E’ quanto emerge dall’indagine presentata nel corso della seconda giornata dalla Fondazione Campagna Amica che ha tracciato un profilo sul rapporto degli Italiani con la campagna. Solo il 22% degli intervistati vive in campagna, il resto in città (57%) e in paesi (21%), tuttavia il 60% di loro ha origini legate a villaggi rurali. Il dato più interessante che emerge dall’indagine è che tra i desideri nascosti degli Italiani ci sarebbe proprio quello di tornare a vivere in campagna (il 32,7%) o comunque avere uno spazio rurale dove poter produrre cibo (il 31,7%). Quello di produrre in autonomia, con un orto a disposizione per esempio, è comunque il sogno di 3 italiani su 10, mentre dalla ricerca emerge che 7 persone su 10 vorrebbero frequentare assiduamente luoghi legati al settore primario. «E’ sulla base di questi numeri che quest’anno abbiamo voluto creare in fiera uno spazio dedicato a questi appassionati – spiega Raul Barbieri – che in Agrilife potranno trovare tutto quello che serve per vivere al meglio la campagna. Anche da hobbysti e per questo abbiamo proposto a tutte le ore mini corsi gratuiti con esperti che insegneranno a potare le piante, fare il formaggio e tante altre cose che caratterizzano la vita quotidiana in campagna».

Il ritorno alla campagna – Ad avvicinare i consumatori italiani all’agricoltura anche l’acquisto di prodotti nei cosiddetti farmer’s market: il 54,5% di loro lo fa abitualmente e il 48,5% si rivolge direttamente a familiari, amici o aziende ormai divenute un riferimento per la spesa. Tra le abitudini degli Italiani spicca poi la vacanza in agriturismo, scelta, sempre secondo l’indagine, da uno su due. Si viaggia in questo caso in compagnia (il 66,3%) o in famiglia (il 53,5%) prediligendo agriturismi vicino al mare o in montagna. A motivare di più la vacanza in agriturismo è proprio la vita degli ambienti rurali (67,3%), ma grande importanza viene data alla possibilità di degustare i prodotti tipici di un territorio (65,3%), magari acquistandoli sul posto. Del resto i valori del mondo agricolo in cui maggiormente si riconoscono gli Italiani sono la cultura del “km 0” con prodotti salubri, rappresentativi del territorio e dalla provenienza certa. Oltre a questo gioca un ruolo fondamentale la tutela dell’ambiente e del paesaggio e la possibilità di insegnare ai più piccoli i segreti della vita in campagna.

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