«I nuovi Consorzi di bonifica rappresentano una grande occasione per disegnare le strategie future in materia di tutela, difesa del territorio e gestione delle risorse idriche per l’agricoltura. Fra le priorità dell’azione dei nuovi Consorzi, devono esserci la manutenzione del territorio nelle aree montane e la gestione consortile dei bacini irrigui, con l’obiettivo di razionalizzare l’utilizzo irriguo». Lo ha sottolinea Luca Brunelli, presidente Cia Toscana al convegno dedicato ai consorzi di bonifica in corso oggi e domani a Firenze, organizzato dall’Unione regionale per le bonifiche (Urbat). «Le nostre priorità – ha precisato Brunelli – sono la partecipazione vera dei territori; la valorizzazione del ruolo delle imprese agricole nell’attività di manutenzione del territorio, attraverso l’applicazione delle norme previste nella Legge per l’affidamento delle opere; nonché l’assunzione del tema dell’irrigazione consortile come obiettivo dei Consorzi».
Il presidente Brunelli ha poi sottolineato: «La necessità dell’acqua per le produzioni di qualità è una priorità: l’agricoltura toscana ha bisogno di diversificarsi per rispondere alle esigenze dei consumatori». Quindi un passaggio sui temi acqua, cambiamenti climatici e PSR: «I cambiamenti climatici stanno cambiando profondamente le necessità di approvvigionamento idrico – ha proseguito Brunelli – ed occorre puntare su tre aspetti. La capacità di accumulo ed immagazzinamento, per avere l’acqua quando serve e regimarla quando è troppa; il risparmio ed il riuso delle acque; gli impianti e reti irrigue moderni. Con la nuova PAC (Politica agricola comune), c’è giustamente attenzione ai cambiamenti climatici ed alla risorsa idrica. Tuttavia è ancora troppo condizionata da un timore immotivato della sovrapproduzione: non ha senso dire che si autorizzano nuovi impianti solo se consentono di risparmiare il 25 % di acqua. Inoltre – ha proseguito – occorre considerare che la Toscana è in netta controtendenza rispetto ai dati nazionali sul consumo di acqua a scopo agricolo: le superfici irrigue in Toscana sono pari a 32.000 ettari, il 2,5% della superficie totale ed in costante calo. E poi, sottolinea, i cambiamenti climatici rendono necessario il ricorso ad irrigazioni straordinarie e di soccorso anche per quelle colture tradizionalmente asciutte (come per esempio i vigneti)».
Per quanto riguarda gli invasi – evidenzia la Cia Toscana – è necessario un salto di qualità nella politica regionale, a partire da un consistente incremento della capacità di invaso, anche per limitare il ricorso alle acque della falda sotterranea. Inoltre, la modifica della legge regionale va applicata in tempi rapidi, ha ricordato la Cia. Al convegno fiorentino è intervenuto Sandro Orlandini presidente Cia Pistoia: «Per quanto riguarda la difesa del suolo, cambia il ruolo dei nuovi Consorzi di bonifica – ha detto – bene aver riordinato il caos che regnava su questa materia. Ora abbiamo un quadro chiaro di competenze, pochi Enti che rispondono della manutenzione, un sistema partecipato in grado di gestire in modo capillare gli interventi. In questi anni si sono moltiplicate le esperienze di partecipazione degli agricoltori per la manutenzione del territorio: manutenzione che ha bisogno degli agricoltori che rappresentano un presidio capillare e insostituibile, sono le vere sentinelle dell’ambiente in cui viviamo. Le normative regionali finalmente hanno recepito questa opportunità, occorre adesso che le esperienze esistenti diventino una prassi per la manutenzione del territorio».