La Task Force per un’Italia libera da OGM ha inviato una lettera al Ministro della giustizia On. Andrea Orlando, per chiedere il suo impegno ad adottare tutte le misure ritenute opportune, compresa la previsione di controlli ispettivi, a garanzia del rispetto delle leggi vigenti e a salvaguardia del territorio per la grave situazione venutasi a creare in Friuli a causa della mancata adozione da parte della Procura della Repubblica del Tribunale di Udine, dei provvedimenti necessari a dare seguito alle attività di sequestro conservativo del materiale transgenico coltivato nei campi degli agricoltori pro-OGM. Rinviare la distruzione dei campi OGM, prossimi alla fioritura – denuncia la coalizione – rischia di creare un danno all’agricoltura italiana e di mettere in serio pericolo un modello di sviluppo sostenibile che garantisce la ricchezza e la bellezza delle produzioni locali. La vicenda – conclude la Coalizione per una Italia libera da Ogm – si segnala per la sua notevole singolarità, specie in presenza di un apparato normativo arricchitosi nelle ultime settimane delle necessarie sanzioni penali, disposte con decreto legge 24 giugno 2014 n. 91 (cosiddetto Campolibero) e amministrative, previste dalla legge regionale del FVG n. 5 del 28 marzo 2014.
"Non facciamo degli Ogm una battaglia ideologica, perché ci sono problemi enormi, come quelli della piralide del mais" – “Ogm significa anche meno chimica”. Lo si sottolinea in un ‘manifesto’ firmato dai presidenti di varie strutture regionali di Confagricoltura, del Nord ma anche del Sud, in vista della stagione del trattamento antipiralide del mais – sui 900 mila ettari investiti a tale coltivazione – per contrastare la diffusione del lepidottero”. “Gli Ogm non sono contro la biodiversità – rilevano i sottoscrittori del manifesto – possono favorire un’attività produttiva maidicola più rispettosa dell’ambiente. Altrimenti è inevitabile il trattamento chimico: le ferite provocate dalle larve dell’insetto sulla coltura causano perdite di produzione, ma soprattutto creano l’habitat ideale per lo sviluppo di funghi. Il risultato è che la granella rischia di essere contaminata da micotossine, altamente tossiche per uomo e animali d’allevamento”. Il mais è un prodotto indispensabile che serve per l’alimentazione umana e animale; poiché non ne produciamo abbastanza, lo importiamo in parte dall’estero dove si produce avvalendosi dell’ingegneria genetica che ‘insegna’ alle piante a difendersi da sole dai parassiti. “Il problema della piralide interessa anche la Spagna – osservano i firmatari del ‘manifesto’ – dove è stato risolto consentendo le semine di mais Bt, la soluzione più semplice, più economica e più rispettosa dell’ambiente e della salute dei consumatori”. La cronaca di questi giorni porta notizie di sequestri di prodotti alimentari in cui si sono registrati livelli di tossine superiori al minimo consentivo per legge. “Confagricoltura – si legge in una nota dell’Organizzazione – denuncia da anni il problema, invitando tutti gli attori della filiera del mais a mettere in atto ogni misura necessaria a ridurre la presenza di tali sostanze”. “Non vogliamo gli Ogm a tutti i costi – conclude Confagricoltura– vogliamo però che venga data fiducia alla scienza, alla ricerca nel valutare i pro e i contro dell’ingegneria genetica in maniera rigorosa, non emotiva. Soprattutto non facciamo degli Ogm una battaglia ideologica, perché ci sono problemi enormi, come quelli della piralide del mais e dell’uso di 100 mila litri di prodotti chimici, che vanno affrontati con risposte scientifiche”.