Pesce povero, gustoso e meno costoso. Ecco la pesca giusta per Tessa Gelisio

“Sei al porto e tra le bancarelle dei pescatori? Che meraviglia! Ma sapete che le specie ittiche più fresche e saporite sono quasi sempre le meno conosciute? Che costano meno perché meno richieste, riducono l’impatto ambientale e nel piatto fanno lo stesso un figurone”. Lo dice Tessa Gelisio, ecocentrica conduttrice di Pianeta Mare (e Cotto e Mangiato)ad Agricultura.it, parlando di consumo di pesce nel pieno rispetto dell’ambiente e delle varietà ittiche presenti nei nostri mari. Senza far mancare qualche ricetta semplice e gustosa.

Andiamo a comprare il pesce. Da dove iniziamo Tessa?
La scelta è vasta, i prezzi molto variabili, e quindi bisogna osservare sempre con attenzione i pesci in vendita.

Qualche esempio?
Ad esempio il misconosciuto ma buonissimo pesce Sciabola, conosciuto anche come Spatola. Raggiunge i 9 kg di peso ed i 2,10 m di lunghezza, ha un corpo compresso e nastriforme di colore argentato, è privo di scaglie e ha la particolarità di lasciare un bel colore argento nelle mani o negli oggetti che vi entrano in contatto. La Spatola vive tra profondità variabili tra i 100 ed i 400 metri, ed abita le acque di Campania, Calabria e Sicilia. Si fa impanato, al guazzetto coi pomoderini, con olive e capperi. 100 g Pesce Sciabola = 102 kcal.

E poi?
Le più comuni alici, dette anche acciughe. E’ la loro stagione, ce n’è a bizzeffe e vale la pena di approfittarne. Talvolta le si confonde con le sardine, ma appartengono a famiglie diverse ed hanno un aspetto ben diverso: l’acciuga ha corpo allungato e snello, a sezione cilindrica, privo della cresta ventrale di scaglie rigide presente nella sardina. Tipiche del Mediterraneo, le alici/acciughe sono presenti nella cucina di tutte le nostre coste: fritte, impanate, in tortiera, conservate sott’olio…

Continuiamo Tessa…
Possiamo trovare i meravigliosi Sgombri, tra i pesci poveri quello che preferisco. La stagione non è la migliore, ma nei supermercati è di solito ben presente perché oltreché nel nostro Mediterraneo è diffuso nel Mar Nero, nel Nord Atlantico spagnolo e marocchino. Lo chiamano anche Maccarello ed è uno dei pesci più utilizzati e apprezzati della dieta mediterranea: è raccomandato dai medici per il suo apporto in grassi omega-3, particolarmente adatti per chi è affetto da eccesso di colesterolo. In cucina è molto versatile: in padella, al forno, al cartoccio, in guazzetto, alla brace.

Quali sono le attenzioni da fare?
Oltre al prezzo fare attenzione alla provenienza. Ovviamente sui banconi c’è l’obbligo d’indicare le provenienze del pescato: se troviamo ad esempio un Filetto di Persico del Nilo è meglio lasciar perdere, come il Pangasio e o i gamberetti Sud Est asiatico: terribile qualità, danni ambientali e sociali, sfruttamento della manodopera.

Sfruttamenti di che tipo….
In Thailandia e in Cambogia ci sono centinaia di uomini costretti a lavorare turni di 15/20 ore al giorno, trattati come bestie da soma. Alcuni vivono in mare per anni, a molti sono offerte ogni giorno metanfetamine per restare in piedi. La storia dei pescatori comprati a trecento dollari dalle flotte ci conferma nel nostro impegno: dobbiamo stare molto attenti a non incentivare questo pescato a basso perché qui la schiavitù non è stata mai abolita.

Lorenzo Benocci

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Audio  Tessa Gelisio è ECOCENTRICA su Agricultura.it

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