Denominazioni crescono: Piadina romagnola e salama da sugo sono IGP

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i Regolamenti di esecuzione recanti l’iscrizione delle IGP “Salama da Sugo” e “Piadina Romagnola / Piada Romagnola” nel registro europeo delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. La “Salama da sugo” è un prodotto composto da una miscela di carni suine aromatizzate e insaccate nella vescica naturale del suino, venduto come prodotto crudo o, con successivo trattamento termico, come prodotto cotto pronto per il consumo. La zona di lavorazione, condizionamento e confezionamento della IGP comprende il territorio della provincia di Ferrara con esclusione dei comuni di Goro, Codigoro, Lagosanto e Comacchio.
La “Piadina Romagnola / Piada Romagnola”, invece, è un prodotto ottenuto da un impasto di farina, acqua, sale, grassi ed alcuni ingredienti opzionali, lavorato secondo un’antica tradizione, che si presenta a forma di disco di color bianco-avorio con macchie caratteristiche ambrate di varie dimensioni e tonalità sui due lati, e con sapore fragrante e odore caratteristico simile a quello del pane appena sfornato. “Con questi due nuovi riconoscimenti l’Italia conferma la posizione di leader internazionale per numero di marchi di qualità assegnati dall’Europa, salendo a 266 tra Dop e Igp iscritte nel registro comunitario. Un ottimo risultato a cui deve affiancarsi un serio lavoro per la valorizzazione e tutela di tutto il patrimonio agroalimentare per rendere sempre sicure e riconoscibili le produzioni made in Italy nel mondo”. Commenta così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.

Soddisfazione del Consorzio della Piadina – Storico riconoscimento per la Piadina Romagnola che ha ottenuto la registrazione come Indicazione Geografica Protetta (IGP). Il suggello definitivo è arrivato dalla Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, l’organo preposto alla registrazione delle Denominazioni di Origine, che, dopo averlo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha dato il via libera al Regolamento di Registrazione (Gazzetta Ufficiale UE Regolamento N. 1174/2014). Definire storico questo risultato è dir poco. È la giusta tutela di un prodotto patrimonio di tutta la Romagna, da decenni alle prese con numerosissimi tentativi di imitazione e contraffazione. D’ora in poi si potrà chiamare Piadina Romagnola/Piada Romagnola, anche nella variante alla Riminese, solo quella prodotta e confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna. Solo i produttori che la produrranno secondo il disciplinare approvato potranno commercializzare la Piadina Romagnola IGP. Nessun altro potrà farlo.
 
Soddisfatto il Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, che ha promosso e sostenuto il lungo e difficile percorso per ottenere questo storico riconoscimento. “L’IGP non è la vittoria del Consorzio ma di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici – afferma il Presidente Elio Simoni – Da tanto, troppo tempo abbiamo assistito a tentativi di imitazione al di fuori dei nostri confini, senza poter far nulla in merito. Oggi abbiamo uno strumento normativo per intervenire. Solo la vera Piadina Romagnola IGP sarà contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, ed i consumatori saranno certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”. “Ringrazio tutte le Istituzioni che ci hanno sostenuto in questa battaglia – prosegue Simoni -: la Regione Emilia-Romagna in primis, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le Associazioni Confartigianato e Cna della Romagna che hanno creduto fin da subito in questo progetto, e ci hanno affiancato e supportato e tutt’ora svolgono un ruolo fondamentale per la migliore realizzazione del progetto stesso”.
 
Complesso e di lungo corso l’iter che ha portato all’IGP.
Dopo più di 10 anni di battaglie, finalmente nel dicembre del 2012 la domanda di registrazione è stata inviata alla Commissione Europea. Il 21 maggio scorso, dopo più di 17 mesi di indagini, esami ed approfondite analisi la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, ha chiuso l’istruttoria e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione come IGP della Piadina Romagnola/Piada Romagnola. È stato l’atto che ha certificato il rispetto di tutti i requisiti richiesti per la registrazione. Per arrivare all’ultimo tassello bisognava attendere altri tre mesi, nel caso qualcuno degli altri Paesi membri dell’Unione avanzasse delle eccezioni in merito, situazione non verificatasi. E così quello che è stato chiamato il “cibo di strada” della Romagna, la Piadina Romagnola, celebre in tutto il mondo per la semplicità degli ingredienti, e la versatilità negli abbinamenti, da oggi ha una marcia in più destinata a lasciare il segno negli anni a venire e alle generazioni future.
 
Gli ingredienti – Tassello fondamentale nel riconoscimento IGP è stata l’approvazione del Disciplinare che recepisse tutti gli elementi patrimonio della Piadina Romagnola: caratteri storici, tradizioni, confini geografici, materie prime del prodotto. Quattro gli ingredienti base della Piadina Romagnola: Farina di grano tenero;Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale(pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto assoluto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi. Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’IGP la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).
 

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