Per la prima volta viene raccontata la vicenda umana, spirituale e professionale di un personaggio profetico e fuori dagli schemi nell’Italia contemporanea: Gino Girolomoni, pioniere dell’agricoltura biologica, ispiratore e fondatore del marchio «Alce Nero», ancor oggi tra i brand più conosciuti a livello europeo del biologico.
Nel libro La terra è la mia preghiera. Vita di Gino Girolomoni, padre del biologico (Editrice Missionaria Italiana, pp. 192, euro 14,00 prefazione di Vandana Shiva) il giornalista Massimo Orlandi ricostruisce l’itinerario biografico ed intellettuale di Girolomoni (1946-2012), «monaco» contadino come è stato definito, o «poeta religioso» come lui stesso si presentò. Amico e confidente di personaggi di primissimo piano della cultura italiana come Sergio Quinzio, Guido Ceronetti, Massimo Cacciari e Vittorio Messori, Girolomoni è conosciuto per il suo forte impegno ambientale concretizzato nel ritorno alla terra ispirato da valori umani e religiosi autentici, contrassegnati dal rispetto del creato e dalla valorizzazione delle tradizioni.
Ammirato da Pier Paolo Pasolini (come Orlandi ricostruisce) già negli anni Settanta, Girolomoni ha ridato vita ad un monastero abbandonato, Montebello, in provincia di Urbino, da cui ha irradiato un nuovo modo di coltivare la terra e allevare animali in sintonia con la natura e i suoi ritmi. Già sindaco del suo paese, Isola di Piano, per due mandati come indipendente di sinistra, Girolomoni ha avuto anche negli anni Novanta un impegno politico esplicito nel partito dei Verdi, in particolare nella lotta contro gli OGM, che lui considerava «una prova dell’esistenza del diavolo». Appassionato lettore della Bibbia (intorno alla sua casa di Montebello si radunò un «cenacolo» di cultori come Quinzio, Ceronetti, Piero Stefani, Daniele Garota e altri), Girolomoni fece delle sue convinzioni cristiane un emblema di appassionata ricerca umana da intraprende in un nuovo modo di rapportarsi con la terra e la coltivazione. Di qui la decisione di avviare un’agricoltura che non usi sostanze tossiche già nel 1977 e l’organizzazione, l’anno seguente, del primo corso nazionale di agricoltura biologica. Molto critico con i cattolici che non capiscono la portata epocale e sconvolgente della comparsa degli OGM, Girolomoni si è impegnato in prima persona contro la brevettabilità del vivente, presente anche nelle istituzioni europee a fianco dell’amico Alex Langer: «Andare a scomporre sequenze di Dna è come togliere miliardi di chiavi dalle proprie serrature; chi sarà in poi grado di rimettere ognuna al proprio posto?». Nel 2012 Girolomoni muore a causa di un infarto, nel pieno delle sue attività. Lascia una dedizione e una militanza umana e cristiana racchiusa in una sua eloquente espressione: «Nella realtà del mondo ha ragione solo chi vince. Nella realtà di Dio, non conta solo vincere o perdere. Conta servire la causa». Massimo Orlandi presenterà il libro in anteprima sabato 18 ottobre alle ore 17.00 presso il Monastero di Montebello (Isola del Piano, PU). L’evento si inserisce nella giornata di commemorazione «Un giorno per Gino e Tullia» promossa dalla Fondazione Girolomoni.
Massimo Orlandi, La terra è la mia preghiera. Vita di Gino Girolomoni, padre del biologico, prefazione di Vandana Shiva, Collana Pietre angolari, Editrice Missionaria Italiana, pp. 192, euro 14,00