C’è poco da aggiungere. Quello che sta accadendo dal 24 agosto nel Centro Italia è sotto gli occhi di tutti. Terremoto, terremoto e ancora terremoto. E poi neve, tanta neve. E infine neve e terremoto insieme. Oltre al dramma quotidiano delle famiglie che vivono in quelle zone, c’è un intero settore in ginocchio, allo stremo da mesi. L’agricoltura e la zootecnia, in particolare. Il numero degli animali morti continua a salire; molte stalle sono crollate o comunque pericolanti. Allevatori costretti a dormire in auto o in situazioni molto provvisorie per non abbandonare il gregge, capi di bovini e suini. Dobbiamo tenere alta l’attenzione, per tutti loro. Oggi rilanciamo un post scritto ieri (che pubblichiamo integralmente) che arriva da Vallato di San Ginesio, sul versante marchigiano dei Monti Sibillini, all’azienda agricola La Quercia della Memoria, che normalmente è anche un agriturismo ed un agrinido.
INFERNO BIANCO…! 🙁 2 metri di neve e scosse di terremoto a ripetizione, il dramma che stiamo vivendo in questi giorni è noto a tutti, rimbalzato nelle reti TV e sul web. Viverlo in diretta è però tutta un’altra cosa, in particolare per chi vive nelle piccole frazioni interne del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Le immagini parlano da sole, ma la paura e la fatica non si possono fotografare, noi le subiamo rassegnati sulla nostra pelle, voi potete solo immaginarle dai nostri resoconti (fino a quando regge la connessione web). Oggi dalle 14 alle 20 intervento di emergenza per portare sollievo ai nostri asini e maiali da tre giorni senza cibo. La piccola stalla ha retto il peso della neve e le scosse del terremoto ma è isolata, raggiungibile solo percorrendo oltre un chilometro con le ciaspole. SERVE AIUTO per portare cibo agli animali (il fieno è sotto 2 metri di neve e l’acqua è gelata) e SERVE AIUTO per liberare la yurta dalla neve. Ad oggi la yurta sta reggendo il peso dei 2 metri di neve ma continuando a nevicare siamo ad alto rischio di crollo. Domani la priorità sarà cercare di alleggerire la tenda dal carico neve e riattivare la caldaia di casa andata in blocco con il vano caldaia completamente sommerso dalla neve. L’urgenza è riuscire a liberare la strada che porta all’asineria per portare cibo agli asini e maiali. Questa sera andiamo a dormire, stravolti dalla stanchezza, con la paura nel cuore per le scosse di terremoto che continuano (in serata altre due scosse più lievi). Confidiamo nella nostra tenacia ed alta resilienza, ma resistere sta diventando davvero difficile. Resistere, resistere, resistere…
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