I produttori agricoli sono in piena crisi, nessuno escluso. I prezzi all’ingrosso di latte, frutta, verdura e grano risultano dimezzati rispetto allo scorso anno, quelli al dettaglio aumentati. La speculazione e l’import selvaggio stanno smantellando il mercato locale. A denunciare la drammatica situazione è la Cia Sardegna che a Cagliari ha promosso una conferenza stampa a cui ha preso parte anche il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino. L’iniziativa, finalizzata a lanciare l’appello a Regione, Governo e Parlamento è stata l’occasione per illustrare le proposte della confederazione per superare la crisi.
Settore in default In questo scenario sfavorevole il crollo dei prezzi, dal latte al frumento, dalle carni all’orto-frutta, ha allargato sempre più il divario tra costi e ricavi. Servono, dunque, interventi urgenti per rilanciare il settore. A risentirne maggiormente è il comparto ovicaprino. Le quotazioni di latte e formaggio sono precipitate. «L’agroalimentare italiano ha visto calare del 5% il valore dei propri prodotti -ha affermato il presidente nazionale Dino Scanavino– segno di un comparto fragile che dobbiamo difendere. La prima iniziativa da mettere in campo sarà a vantaggio del Pecorino Romano, con lo stoccaggio di almeno 100.000 quintali per riassettare al rialzo i prezzi. Ma è sui tavoli interprofessionali che le filiere latteo-casearie e dell’ortofrutta dovranno lavorare insieme per garantire equi compensi».
Danni agli allevamenti sardi «L’attività agricola regionale in questi anni ha operato in condizioni difficili, aggravate da limiti strutturali e organizzativi che connotano l’offerta agricola -ha affermato il presidente regionale Martino Scanu-. Dalle difficoltà socio-economiche e dai ritardi infrastrutturali che condizionano i collegamenti dell’Isola con il resto del Continente europeo. Tutto ciò condiziona negativamente lo sviluppo competitivo del settore agro-alimentare». Si rimane in attesa della prossima Finanziaria, ancora di salvezza per il comparto. «Occorrono soluzioni strutturali, che ci permettano di affrontare le crisi di oggi e domani, senza temere incognite di raccolti decimati o sovrapproduzioni che abbassino il valore dei formaggi a discapito degli allevatori», ha concluso il direttore regionale della Confederazione, Valerio Ortu.