Brunello. Un Benvenuto da cinque stelle e novità. Edizione da tutto esaurito

Dopo quella del 2015, anche la vendemmia 2016 è stata giudicata a 5 stelle, sebbene abbia messo a dura prova i produttori per via di una stagione molto irregolare. Si è conclusa l’edizione numero 25 di Benvenuto Brunello, proprio nell’anno del mezzo secolo per il Consorzio del Brunello di Montalcino. Un’edizione caratterizzata, da innumerevoli novità, come l’inaugurazione della nuova sede del Consorzio, nel complesso di Sant’Agostino, dove da alcuni anni si svolge la manifestazione, e la “rivoluzione” dal punto di vista delle presenze, durante i giorni dedicati ad operatori ed enoappassionati. Più di 3.300 le presenze nei 4 giorni dell’anteprima tra giornalisti italiani e internazionali, operatori del settore e semplici appassionati, tutti accorsi ad assaggiare il Brunello 2012 e il Rosso 2015, grandi protagonisti di Benvenuto Brunello 2017.

Bottiglie vini Montalcino
Bottiglie vini Montalcino

Stelle nel calice Un’annata che ha visto protagoniste, vini a 5 stelle, come l’annata 2012 per il Brunello ed il 2015 per il Rosso di Montalcino, ma anche le Riserve 2011, il tutto accompagnato da altri vini d’annata, come il dolce Moscadello di Montalcino ed il Sant’Antimo Doc (vinsanto); molto apprezzati dai degustatori della manifestazione, che hanno potuto apprezzare dei vini mai banali, e che hanno dato la possibilità di scoprire maggiormente le qualità dei potenti rossi di Montalcino. Durante lo svolgimento del Benvenuto Brunello, la commissione di produttori e tecnici del settore, hanno poi valutato ed assegnato le stelle, all’annata 2016; valutandola – come ricordato -, con tutte le peculiarità del caso, come annata a 5 stelle, e premiata per l’occasione dalla guida Michelin, che ha firmato la piastrella celebrativa dell’annata.

Patrizio Cencioni presidente Consorzio Brunello
Patrizio Cencioni presidente Consorzio Brunello

Soddisfazione Consorzio «C’era molta attesa per l’annata a 5 stelle del 2012, che ha ampiamente soddisfatto le aspettative – ha commentato il Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni. Sono molti i giornalisti ed i critici che hanno espresso giudizi positivi, condividendo la nostra indicazione data cinque anni fa. Lo stesso vale per la vendemmia 2016 che pare abbia incontrato il gradimento di molti esperti. Riteniamo ottima anche la risposta da parte del pubblico di wine lovers, per la prima invitati a partecipare. L’introduzione del biglietto ed una maggiore attenzione al pre- accredito hanno consentito infatti di poter avere flussi notevoli senza però andare ad intaccare la qualità delle degustazioni e dell’evento. Siamo sulla strada giusta ed ogni anno lavoreremo per migliorare anche l’aspettodelle relazioni con il nostro appassionato estimatore. La volontà è quella quindi di replicare anche il prossimo anno».

 

La mattonella del Brunello 2016 firmata Michelin
La mattonella del Brunello 2016 firmata Michelin

I numeri Gli enormi progressi apportati nel settore enologico, ovviamente, hanno portato Montalcino ad affermarsi, come una “potenza” mondiale, nella produzione di vini di alta qualità. Anche i numeri dimostrano come le aziende nel corso, soprattutto degli ultimi anni, abbiano cercato di incrementare la produzione dei vini, mantenendo inalterata la qualità che, da sempre, è un punto di forza del terroir montalcinese. I dati del Consorzio, mettono in evidenza come tutto il mercato dei vini di Montalcino sia una risorsa molto importante per tutta la zona. I produttori, sono ben 258 (di cui 208 imbottigliatori), tutti associati al Consorzio. Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio sono 3500, suddivisi in: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari, coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 480 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt. Ogni anno vengono sono prodotte circa 9.000.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, 4.500.000 di Rosso di Montalcino, 40.000 di Moscadello di Montalcino e 400.000 di Sant’Antimo. L’export è di circa il 70% della produzione totale, portando un giro d’affari, a Montalcino, di 160 milioni di euro circa, oltre all’indotto che ne deriva.

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