La presidente della Federazione nazionale di prodotto per la carne bovina di Confagricoltura Elide Stancari è intervenuta oggi al Parlamento europeo all’incontro organizzato da Farm Europe (il think thank nato per approfondire le politiche agricole europee di cui Confagricoltura fa parte) sul futuro del settore zootecnico, presentando un approfondimento sull’allevamento bovino da carne.
Vale il 30% della produzione agricola Con oltre 16 miliardi di euro, la zootecnia conta per oltre il 30% del valore della produzione agricola nazionale. Il settore della carne bovina continua ad affermare la sua rilevanza nell’agroalimentare italiano. Secondo Ismea, il valore della fase agricola nel 2015 si è attestato su più di 3 miliardi di euro, mentre la fase industriale ha sviluppato un fatturato di quasi 6 miliardi di euro. L’Italia, in ambito europeo, è il 4° produttore di carne bovina dopo Francia, Germania e Regno Unito. La capacità produttiva nazionale non permette però di coprire il fabbisogno degli allevatori del Nord Italia, che acquistano vitelli all’estero per circa 1,2 milioni di capi.
Meno imprese La rappresentante dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha evidenziato come negli ultimi tre anni si siano registrati una contrazione del numero delle imprese di 20 mila unità, passando dalle 89 mila del 2013, alle 69 mila del 2015; una diminuzione della mandria nazionale di circa 60 mila capi ed un calo nelle macellazioni di circa 400 mila capi.
Opinione pubblica Le cause di tale situazione, a parere di Confagricoltura, vanno ricercate essenzialmente nel continuo calo dei consumi da parte delle famiglie (-13% negli ultimi tre anni), dovuto in parte alla contrazione del potere di acquisto, in parte a scelte alimentari diverse, dovute a loro volta anche alla crescente visione critica dell’opinione pubblica sulle carni.
Giusta redditività «E’ urgente e necessario – ha detto Elide Stancari – che la futura politica europea per il settore della carne bovina permetta agli allevatori di poter ottenere la giusta redditività dal proprio quotidiano lavoro. Si deve, quindi, ragionare su una politica che possa favorire lo sviluppo e la redditività degli allevamenti sia estensivi, per la salvaguardia di quelle aree rurali e di quelle superfici agricole altrimenti inutilizzabili per altre produzioni, sia intensivi, ugualmente attenti alla sostenibilità ambientale e al benessere animale, per soddisfare le necessità nutrizionali dei cittadini europei».
Aggregazione fra allevatori Per fare questo la rappresentante di Confagricoltura ritiene necessario stimolare l’aggregazione degli allevatori, per ottimizzare i costi ed i servizi alle imprese, e l’integrazione della filiera per migliorare la programmazione della quantità e della qualità della produzione rispetto alle richieste di mercato. Sarà importante, inoltre, prevedere misure efficaci per contrastare i momenti di crisi e la volatilità dei mercati; favorire la ricerca e l’innovazione per abbattere i costi di produzione e rendere ancora più sostenibili gli allevamenti e, soprattutto, riacquistare la fiducia dei consumatori attraverso un’adeguata promozione del consumo di carne attraverso una corretta informazione sui sistemi di produzione degli alimenti di origine animale, sulle loro proprietà nutrizionali e sulla sicurezza alimentare, attraverso sistemi di tracciabilità semplici e innovativi.