«Un calo consistente del 20, forse anche del 25 per cento, in ogni caso più di quanto avevamo previsto all’inizio, quando si prefigurava del 10/15 per cento». A metà vendemmia negli oltre 700 ettari di vigneto coltivati da 230 soci, Daniele Accordini, dg ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, stima un calo importante delle rese. Calo che sarà probabilmente mitigato dalla pioggia di questi ultimi giorni, che ha fatto sospendere la raccolta delle uve per l’Amarone, per cui sono necessarie condizioni meteo ottimali, ma che stanno portando refrigerio in alcune aree della Valpolicella, facendo sì che i grappoli recuperino in parte la perdita di peso estiva. A differenza dall’andamento negativo nazionale, Accordini si dichiara comunque moderatamente positivo e pronostica qualitativamente un’annata buona per la Valpolicella Classica.
L’aspettativa è di avere vini Amarone di grande longevità. Oramai il 70/80 per cento delle uve della Valpolicella sono già state messe in appassimento con buoni valori in fatto di zuccheri e di sostanze polifenoliche. La vendemmia migliore sarà senza dubbio quella collinare, in cui nei mesi passati c’è stata maggiore piovosità e le temperature diurne e notturne sono state più basse, garantendo così un’ottima attività fotosintetica e maggiori escursioni termiche. La gestione dell’appassimento ha determinato il successo della Valpolicella, ma ora è tempo di guardare alla gestione del vigneto. Aggiunge Accordini: «Sono tra coloro che ritengono i fenomeni di elevata temperatura ricorrenti nel tempo, basti pensare a quanto scriveva Michelangelo Mariani, autore de “Trento con il Sacro Concilio et altri notabili” (1673), che raccontava come nel ‘500 nella provincia trentina si raccogliessero le uve a fine luglio. Inoltre, paradossalmente, il maggior gradiente termico occorso in questi ultimi anni, consente alle nostre uve rosse tardive Corvina, Corvinone e Rondinella una maturazione più corretta. Ciò detto, dobbiamo prepararci ad affrontare stagioni sempre più calde. In Valpolicella abbiamo lavorato molto sullo studio delle tecniche di appassimento, garantendo ogni anno un’ottima conservazione delle uve sino a gennaio, ma ora dobbiamo spostare la nostra attenzione sulla gestione del vigneto. Perché, compatibilmente con le condizioni meteo, che la fanno sempre da padrone, la viticoltura di qualità del futuro verrà fatta da chi adotterà le tecniche fornite dalla scienza. Ad esempio, occorrerà impiegare le selezioni di portainnesti resistenti alla siccità (Generazione M dell’Università di Milano), nonché i cloni più resistenti all’aridità e i sistemi di allevamento più protettivi, bisognerà ripensare agli inerbimenti e adottare le giuste pratiche di sfogliatura, ma soprattutto, sarà necessario dotare i fondi agricoli di acqua, elemento oggi imprescindibile per ottenere la qualità».
A proposito di appassimento. «Qualità che, ancora una volta, non può che essere frutto di ciò che noi intendiamo per terroir: territorio, vite e lavoro dell’uomo», aggiunge Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, che ha da poco inaugurato con i soci lo spazio di 2.700 metri quadrati destinato in futuro a magazzino, oggi usato per l’appassimento, in attesa di un nuovo fruttaio che sarà creato nell’ambito della riqualificazione della cantina. Ricordiamo che la cantina gestisce in media ogni anno l’appassimento naturale assistito di 3 milioni di chili di uve, raccolte e selezionate a mano, di varietà destinate alla produzione di Amarone e Recioto.