Dopo aver parlato del sovescio, di cosa si tratta e dei vantaggi che può portare, vediamo quando è consigliabile farlo e in che modo. Quando si parla di sovescio le indicazioni non sono mai troppe, e cercheremo di spiegare come effettuare il sovescio invernale e l’interramento, nel miglior modo possibile. Partendo da principio la semina del sovescio autunnale – invernale va effettuata al termine della raccolta della coltura principale e abbondantemente prima di quella nuova.
Come comportarsi Per chi non ha esigenza di lavorare tutta la superficie disponibile in coltivazioni autunno-vernine (cereali, brassicacee), i mesi da ottobre fino a gennaio rappresentano il momento migliore. In questo periodo, la copertura del terreno offerta dalle piante da sovescio, consente di proteggere il suolo dalle tipiche avversità del periodo, a seconda delle zone: piogge prolungate, perdita di elementi per dilavamento, gelo eccessivo. La semina delle colture intercalari da sovescio è attualmente in pieno svolgimento. Un esempio tipico di sovescio invernale è la semina di un misto di veccia, favino e avena oppure orzo e veccia: la graminacea cresce più velocemente, spinge le sue radici in profondità nel terreno, offre alle leguminose protezione per il freddo dell’inverno e provvede a supportarne la crescita. Da parte loro, veccia e favino fissano l’azoto atmosferico e, crescendo le graminacee, ci si assicura la copertura del suolo durante i mesi primaverili. Anche altre specie quali colza e senape possono essere inserite nel sovescio autunnale – invernale per verificarne le capacità di mobilizzazione del fosforo, nonché la potenziale azione di contenimento di infestanti particolarmente aggressive e di difficile controllo in agricoltura biologica.
Relativamente alla senape, inoltre, è importante ricordare la sua azione nematocida (= di uccidere i vermi dannosi), particolarmente utile, prima di colture molto sensibili come fragola, patata o pomodoro. Le leguminose, piante azotofissatrici per antonomasia, svolgono un ruolo fondamentale nel sistema: grazie alla simbiosi che molte di loro instaurano con un particolare genere di batteri (Rhizobium) – responsabili della fissazione biologica di questo elemento – garantendo la possibilità di incorporare nel terreno grandi quantità di azoto. E’ importante tenere a mente che, l’interesse per la pratica del sovescio si concentra, molto spesso, solo sull’ apporto di azoto, ma i benefici potenziali per il terreno e le colture successive sono numerosi, soprattutto in agricoltura biologica. Infatti, gestendo correttamente un sovescio ci consente di ottenere precessioni favorevoli, prima ancora di raggiungere livelli di fertilità soddisfacenti, caso abbastanza frequente nel primo periodo di conversione al bio. Per questo non è da sottovalutare l’apporto di potassio, ancor più elevato quando nella composizione del sovescio sono presenti crucifere.
A questo punto, il momento migliore per l’assorbimento della biomassa nel suolo è quando la coltura di copertura è nello stadio di pre-fioritura, prima ancora che il processo di lignificazione sia troppo avanzato per gli steli della vegetazione, poiché una volta interrati, impiegherebbero troppo tempo prima di disfarsi e restituire sostanze al terreno. In quel momento le piante da sovescio hanno raggiunto il massimo sviluppo e la percentuale di fibre nei loro tessuti inizia a crescere, aumentando di conseguenza, anche, il rapporto C/N (carbonio/azoto), insieme al trasferimento dei nutrienti. L’interramento del sovescio, invece, può essere effettuato in diversi modi: arature, ripuntature, vangature o anche con lavorazioni superficiali. In taluni casi si può anche non interrare il sovescio ma usarlo come pacciamatura per il controllo delle erbe infestanti. Perciò, una volta stabilito quando intervenire, condizioni atmosferiche permettendo, le piante da sovescio vanno trinciate per ridurre i volumi che gli attrezzi devono interrare o, meglio, miscelare ai primi strati di terreno. Seguita poi dalla semina/trapianto della coltura successiva, non prima di 15-20 giorni dopo l’interramento.
I consigli di Bio Aksxter L’impiego del fertilizzante disinquinante Bio Aksxter® rende maggiormente produttivo l’impiego del sovescio, ottimizzando l’adozione di questa pratica di concimazione verde. Il suo impiego regolare, bonifica progressivamente il terreno, aumenta la capacità di umificazione e la dotazione di sostanze nutritive nobili incorporate anche tramite il sovescio. Ad esempio, 1 grammo di azoto così prodotto equivale a 1 quintale di azoto chimico. Per questo motivo Bio Aksxter® è particolarmente indicato anche per aumentare l’efficacia delle colture da sovescio e delle concimazioni organiche in generale.