«Condividiamo in larga misura gli obiettivi evidenziati nella comunicazione sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura approvata dal Collegio dei Commissari, ma esprimiamo preoccupazione per il rischio di una progressiva ri-nazionalizzazione della Pac». Questo il commento di Agrinsieme, il coordinamento delle organizzazioni Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative Agroalimentari in merito alle ipotesi di studio di bilancio comunitario dopo il 2020.
Le preoccupazioni In una fase molto delicata nella quale iniziano a circolare alcune preoccupanti indiscrezioni su possibili tagli draconiani al budget dell’Ue post 2020, accogliamo positivamente la comunicazione sul futuro dell’agricoltura europea, che mira a garantire che la Pac continui anche nel futuro a rispondere alle sfide poste dalla competitività economica, dal ricambio generazionale, dalla sicurezza alimentare e dal contrasto dei rischi conseguenti al cambiamento climatico e alle crisi di mercato. «Registriamo, tuttavia, con preoccupazione l’orientamento della Commissione europea volto a demandare agli Stati membri la messa a punto di piani strategici per il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello comunitario -spiega Agrinsieme-. Sebbene siano ampiamenti condivisibili gli obiettivi della semplificazione e della flessibilità, temiamo che l’eccessiva sussidiarietà concessa agli Stati membri possa condurre a una sostanziale ri-nazionalizzazione della Pac e a conseguenti distorsioni di trattamento tra produttori e cooperative agricole dei 27 Stati membri».
Equo tenore «Le ipotesi di taglio dei fondi destinati all’agricoltura (Pac) nel bilancio per l’Unione Europea sono insostenibili per le imprese e per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante per l’ambiente, il territorio e salute secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea». Lo dice il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare le ipotesi di studio sul bilancio comunitario dopo il 2020 con scenari che vanno da una diminuzione dal 15% al 30% del loro budget attualmente disponibile. Garantire un equo tenore di vita per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – è un’esigenza fondamentale per la maggioranza dei cittadini (88%) che sottolineano come agli agricoltori ricevano solo una piccola quota del prezzo finale al consumo dei prodotti alimentari (97%). «Un indirizzo importante nelle scelte per il futuro della Politica Agricola Comune (PAC) dove occorre però cambiare rafforzando tutte le misure che escludono la “rendita” e premiando chi vive di agricoltura per puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo alla sostenibilità sociale e quindi all’occupazione, da parte delle imprese agricole» ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare l’esigenza di «valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato».