Si è svolto questa mattina al Roma Eventi Fontana di Trevi il confronto su “Forum Pac Post 2020. Le tre A italiane: Agricoltura, Ambiente, Alimentazione”. Un momento di approfondimento sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura, partendo dalla Comunicazione della Commissione europea con la quale si è aperto il dibattito che dovrà condurre l’Ue a dotarsi di una nuova Politica agricola comune post 2020.
Priorità Semplificazione, tutela del reddito degli agricoltori, valorizzazione della diversità agroalimentare, recupero degli sprechi alimentari, sostenibilità dei modelli produttivi: sono queste alcune delle priorità affrontate nei panel di lavoro ai quali sono intervenuti i rappresentanti delle organizzazioni agricole, della filiera agroalimentare, del terzo settore oltre a Regioni e Parlamento italiano ed europeo.
Strumenti «Un piano strategico nazionale per l’adattamento al cambiamento climatico – afferma il ministro Maurizio Martina – può essere la grande occasione che avremo con la nuova Pac. Gli strumenti che possiamo mettere in campo sono infrastrutture irrigue, assicurazioni per gli agricoltori, attenzione al benessere animale a cui aggiungere rafforzamento del lavoro sui big data, innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e riduzione dell’impatto ambientale delle colture. È un’occasione storica per semplificare davvero, non andrà sprecata con la creazione di nuova burocrazia”.
Quale Pac «Vogliamo una Pac più flessibile e focalizzata – aggiunge Martina – per affrontare le sfide chiave che abbiamo di fronte. È prioritario dare garanzia concreta di un equo tenore di vita per gli agricoltori, della protezione dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici. La discussione di oggi ci richiama ad impegni precisi, a cominciare dalla conferma dei finanziamenti, necessari per consentire alla nuova Pac di giocare un ruolo strategico nell’agenda di sviluppo sostenibile dell’intera Unione. È evidente il grande lavoro che c’è da fare per una programmazione che abbia una dimensione sempre più globale e sia in grado allo stesso tempo di valorizzare al meglio la diversità dell’agricoltura europea. La Pac del futuro deve infatti salvaguardare un modello di sviluppo unico al mondo, in grado di fornire garanzie al consumatore in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. Per questo è giunto il momento di armonizzare le regole in materia di origine dei prodotti agroalimentari. I consumatori devono essere messi nelle condizioni di conoscere sempre da dove viene e chi ha prodotto il cibo che consumano. Armonizzare a livello europeo le norme sull’origine dei prodotti agroalimentari non significa alterare le regole del mercato interno, che invece trarrebbe grande beneficio da questo processo, ma rispondere a una precisa domanda dei cittadini, sempre più consapevoli e informati. È in questa direzione che dobbiamo andare e su questo punto non siamo disposti a fare passi indietro».
Interventi Nel corso dell’iniziativa sono intervenuti Ferdinando Ferrara (Capo di Gabinetto Mipaaf), Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento Mipaaf), i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Copagri e Alleanza Cooperative Italiane su “Agricoltura: competizione e tutela del reddito degli agricoltori”, gli esponenti di WWF Italia, Legambiente, UNCEM e Banco Alimentare su “Ambiente: la sfida della sostenibilità e della cura del territorio”, quelli di Federalimentare, GDO, Associazione consumatori e Italmercati su “Alimentazione: dare valore alla filiera”, Paolo De Castro (Vice Presidente Commissione Agricoltura Parlamento europeo) sul tema “Dall’Omnibus alla Pac post 2020” e infine Carlo Hausmann (Commissione politiche agricole Conferenza Stato-Regioni) per fare il punto sulla posizione delle Regioni sulla nuova Pac.