L’innovazione che si inserisce in uno degli ambiti tradizionali dell’economia italiana: le startup dell’agri-food tech. Si tratta di un settore nuovo e “con grandi possibilità di crescita e sviluppo in Italia” racconta Marco del Palma, co-founder di Simbiosity, Innovation hunters che ha mappato le startup dell’agri-food in Italia in una ricerca per il Seed&Chips 2018, in corso a Milano fino al 10 maggio, come riporta il sito www.cia.it .
Secondo l’indagine, l’agri-food tech rappresenta per l’Italia circa il 10% delle startup e scaleup, sono circa 1.890 imprese su un totale di 18.853. Quasi 19 mila startup italiane sono ben più delle oltre 8mila iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di commercio a fine dello scorso anno, parte di quell’“ecosistema normativo” diventato realtà in Italia dal 2012. Sono state considerate le imprese fino a 20 dipendenti, con 10 anni di anzianità e con all’interno connotazioni hi-tech. Questo grazie a un sistema proprietario di mapping e classificazione basato su intelligenza artificiale e algoritmi di semantica. Di queste aziende, il 10% appartiene all’agri-food “extended”, startup con tecnologie applicabili all’agri-food che per esempio operano con i droni, ma devono ancora scoprirne l’applicabilità in campo agricolo. Invece, 617 sono quelle definite agri-food core.
Il trend è di quelli importanti: +74% in un anno. A guidare è la Lombardia (127), Emilia-Romagna (69), Veneto (54) e Lazio (8,1%) valgono quasi il 50% di un quadro di imprese con attività nell’agritech (agricoltura di precisione, droni), nella trasformazione (produzione, packaging), nella distribuzione (e-commerce, delivery), health (biotech per la salute), “Knowledge&sharing” (food education, learning). Le 322 al Nord sono cresciute di numero dell’80%, le 128 del centro (+58%), ma soprattutto le 167 di Sud e Isole salite in un anno del 78 per cento.