Tornano a scendere a luglio i prezzi all’ingrosso delle carni (-1,8% rispetto a giugno), spinti al ribasso dal forte ridimensionamento osservato per le carni di pollo. L’indice dei prezzi all’ingrosso elaborato da Unioncamere e BMTI ha mostrato infatti a luglio una caduta del 14,6% per le carni di pollo, dipesa dalla forte contrazione della domanda avvenuta nella prima parte del mese. Una flessione che ha riportato in negativo anche la variazione rispetto allo scorso anno (dal +10,6% di giugno al -7,8% di luglio). Il segno “meno” ha interessato a luglio anche le carni di coniglio (-3,3% rispetto a giugno), che hanno dunque proseguito la congiuntura negativa in atto dal mese di aprile. I prezzi attuali si mantengono comunque in linea con lo scorso anno. Variazione rispetto a dodici mesi fa che rimane negativa invece per le carni suine (-4,7%), sebbene luglio abbia registrato un nuovo aumento mensile (+4,5%). Tra le carni rosse, leggero rialzo per le carni bovine, i cui prezzi si confermano peraltro più alti rispetto allo scorso anno (+3,5%).
Prezzi in lieve discesa nel comparto di latte e formaggi (-1,6% rispetto a giugno), all’interno del quale è spiccato il robusto calo per la panna (-10,1%), dettato soprattutto dalla domanda limitata. A monte della filiera, dopo i rialzi osservati nel secondo trimestre dell’anno, i prezzi del latte spot hanno mostrato segnali di stabilità a luglio (-0,3% su base mensile). Un quadro che per il comparto lattiero-caseario appare tutt’altro che roseo anche rispetto a dodici mesi fa, con i prezzi che cedono il 4,1% nel complesso. Significativa la diminuzione osservata per il latte e la panna, in entrambi i casi superiore ai dieci punti percentuali. Segno “meno” rispetto allo scorso anno che permane per i formaggi a lunga stagionatura (-3,6%).
Nel comparto degli oli e grassi, dopo una serie di ribassi in atto sin dall’inizio della campagna commerciale, i listini all’ingrosso degli oli di oliva sono tornati a mostrare un deciso rialzo a luglio (+5%). Crescita imputabile ai timori che si riscontrano per la prossima campagna, in particolare nelle aree produttive più importanti, a causa delle avversità climatiche delle passate settimane. Tra le materie grasse, pesante battuta d’arresto, invece, per il burro (-9% rispetto a giugno), il cui mercato anche a livello comunitario è stato interessato da forti ribassi. Pur a fronte di dinamiche mensili contrapposte, olio di oliva e burro accusano una pesante riduzione rispetto allo scorso anno, superiore al 20%. Prezzi all’ingrosso in crescita nel comparto di riso e cereali (+1,8% su base mensile), grazie all’incremento riscontrato per la semola di grano duro (+2,9%) e per il riso. In particolare, il mercato della semola – la materia prima utilizzata per la produzione della pasta – ha mostrato una maggiore vivacità rispetto ai mesi scorsi, in coincidenza con l’avvio della nuova campagna del grano duro. Segnali di aumento, ancorchè di lieve entità, per le farine di grano tenero, in un mercato che a luglio ha invece registrato crescenti tensioni per i prezzi dei grani, a causa dei timori su una possibile forte contrazione dei raccolti in Europa Settentrionale, nell’area del Mar Nero e in Australia.Unioncamere con la società BMTI scpa pubblica mensilmente l’indice del prezzi all’ingrosso dell’agroalimentare aggregando i dati ufficiali rilevati dalle Camere di Commercio nelle rispettive piazze attraverso i listini sui prezzi all’ingrosso all’agroalimentare. La nota di Unioncamere riporta il dato congiunturale e tendenziale mostrando la dinamica nazionale nei 4 comparti: Riso e Cereali, Carni, Latte formaggi e uova, Oli e grassi .