Sarà una domenica all’insegna della classicità quella in programma il prossimo 4 novembre in Cantina Valpolicella Negrar per i 230 soci viticoltori che, fin dal mattino, si riuniranno nelle sale della casa madre. L’occasione è data dalla celebrazione ufficiale degli 85 anni di attività, per cui è stata prodotta un’etichetta a edizione limitata di Amarone 2013 Domìni Veneti dedicata ad Ulisse, figura simbolo della cantina. Nel contempo, si festeggerà anche la conclusione della vendemmia, che sembra riportare allo stile vinicolo tradizionale della Valpolicella, quello per intenderci pre anni ’90, che vedeva vini dal contenuto meno zuccherino, più facili da bere.
La vela di Ulisse, presente in oro nell’etichetta dell’85esimo su uno sfondo di onde blu, conduce la Cantina nel suo viaggio dal 1933 a oggi. L’eroe omerico interpreta al meglio lo spirito della cantina, da sempre legata al territorio e con lo sguardo rivolto al futuro. Fu infatti per difendere la Valpolicella da speculazioni finanziarie che, nell’agosto del 1933, sei imprenditori decisero di dar vita alla Cantina Sociale Valpolicella – il dottore in Agraria Gaetano Dall’Ora, che ne divenne il primo presidente, Carlo Vecchi, laureato in Agraria e presidente del Consorzio Ortofrutticoltura di Verona, Giovanni Battista Rizzardi, laureato in Ingegneria, Marco Marchi, podestà di Dolcé, Pier Alvise Serego Alighieri, che testimoniava con il suo cognome secoli di cultura nel territorio e Silvio Graziani -, tenendo a battesimo negli anni ’30 del secolo scorso nella propria bottaia, al tempo ubicata a Villa Mosconi ad Arbizzano, il nome Amarone, frutto di un caso fortuito – una botte di Recioto lasciato fermentare troppo a lungo – e di una felice intuizione di come stavano cambiando i vini della Valpolicella ed il gusto dei consumatori; tutto ciò, con l’idea innovativa di arrivare, cinquant’anni prima di tutte le altre cantine sociali, direttamente al consumatore con il prodotto imbottigliato. «Da allora, la forza sempre più numerosa della nostra realtà associativa ha contribuito a farci crescere in dimensioni e modernità, ma la componente forse più importante rimane il territorio, inteso sia come patrimonio viticolo ma anche come le generazioni di viticoltori che si tramandano l’amore per una terra da tutelare e difendere», dichiara Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar.
Eleganza e longevità dei vini le caratteristiche dell’annata 2018. Chiusasi con oltre il 20 per cento in più di uva prodotta rispetto al 2017, la vendemmia di quest’anno ha richiesto grande professionalità in campo, profusa dai soci viticoltori con la sapiente regia di Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cantina. Nell’arco dell’anno, si è resa necessaria un’adeguata difesa sanitaria delle viti, la regolazione dell’eccesso produttivo di alcune di esse nonché la scelta dei migliori grappoli per la vendemmia. A far la differenza qualitativa, più di tutte le altre annate, quest’anno è stata la collina, le cui pendenze hanno permesso di sgrondare le acque in eccesso e di portare l’uva a perfetta maturazione, complice anche il colpo di coda estivo tra settembre e ottobre, raggiungendo una gradazione zuccherina inferiore agli anni precedenti, un accumulo fenolico equilibrato e un’acidità rimasta molto alta in collina. «Tutte caratteristiche, queste, che fanno pronosticare vini Valpolicella eleganti e vini Amarone di collina dotati di buona longevità: sarà il loro uno stile più vicino alla tradizione del territorio, che vedeva vini dal minor contenuto zuccherino e dunque più vicini al gusto moderno, che guarda a vini più leggeri e quindi più facili», commenta al riguardo Daniele Accordini, enologo e dg della cantina.