«Il grave incidente mortale di questa mattina sull’Autosole fra Lodi e Casalpusterlengo causato dal passaggio di un branco di cinghiali, deve una volta di più far aprire gli occhi alle istituzioni e al mondo della politica. Gli allarmi da parte del mondo agricolo sono da troppi anni inascoltati o comunque valutati con leggerezza da parte delle istituzioni. L’incidente di oggi dimostra che è un’emergenza che riguarda la pubblica sicurezza, che interessa ogni cittadino e non solo l’agricoltura: è ora di intervenire con urgenza e con soluzioni che siano definitive per risolvere una volta per tutte l’emergenza. L’atteggiamento di totale indecisione della politica è letteralmente vergognoso; non si possono barattare ‘quattro voti’ per vite umane, oltre che non prendersi responsabilità sui danni all’agricoltura». A sottolinearlo è Luca Brunelli, presidente Cia Toscana,che commenta l’incidente di questa mattina sull’A1 provocato dal transito di un branco di cinghiali, che ha portato al decesso di una persona e al ferimento di altre 10 persone, fra cui cinque minorenni.
Il cinghiale è la specie che causa la maggioranza dei problemi relativi ai danni agricoli ed ai sinistri stradali in Toscana. Relativamente a questa specie, attraverso l’attuazione della L.R. 10/16, sono state incrementate le possibilità di prelievo soprattutto nelle aree maggiormente problematiche per l’agricoltura, incluse entro le aree non vocate alla specie ai sensi della pianificazione faunistico venatoria vigente vocate. In esse difatti è stata permessa la caccia di selezione in tutto l’arco annuale. Tale metodologia gestionale è andata a sommarsi con le altre forme di prelievo preesistenti: caccia in girata e in forma singola e controllo attuato ai sensi dell’art. 37 della L.R. 3/94. Gli ungulati selvatici della Toscana sono rappresentati da cinque specie: capriolo, cervo, daino, cinghiale e muflone. Tutte le popolazioni presenti nel territorio regionale, fatta salvo il capriolo nel quadrante sud-occidentale (province di Grosseto, Siena e parte di Firenze) derivano da immissioni avvenute a partire dal 1800. Gran parte delle immissioni originarie delle popolazioni odierne sono avvenute in territori demaniali o aziende faunistiche private.
La consistenza, densità e distribuzione delle diverse specie è progressivamente aumentata nel tempo, con la sola eccezione del muflone, più soggetto delle altre specie alla predazione del lupo. Rispetto alla situazione rappresentata nella ultima pubblicazione della Banca Dati Ungulati curata da ISPRA (2012), la Toscana rappresenta la regione con le maggiori consistenze dell’Italia peninsulare, comprendendo circa 500mila capi. Nella Regione, rispetto ai dati conosciuti a livello nazionale, si stima presente, rispettivamente, il 40% dei caprioli, il 45% dei daini, il 30% dei cinghiali dell’intero Paese.
Cia, problema fuori controllo. Legge va riformata Il nuovo incidente mortale causato dal passaggio di un branco di cinghiali, in autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo, dimostra quanto sia diventato urgente intervenire sul problema degli animali selvatici. Così Cia Agricoltori Italiani, che sottolinea come la situazione in Italia sia ormai fuori controllo. Il proliferare dei cinghiali non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini -spiega Cia-. Le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. La questione animali selvatici -ricorda Cia- è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazionale. Dove abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema. Soprattutto -osserva Cia- oggi occorre introdurre il concetto di “corretta gestione” accanto a quello di protezione, parlando di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici. DANNI ANIMALI SELVATICI – Solo per citare alcuni esempi, la media annua delle domande di indennizzi per i danni da fauna selvatica supera i 2 milioni di euro in Toscana ed Emilia-Romagna e arriva a oltre 1 milione nelle Marche e in Umbria. E ancora, ogni anno, solo nelle regioni dell’arco appenninico, dalla Calabria alla Liguria, gli animali selvatici uccidono dalle 2.000 alle 2.500 pecore.
CINGHIALI, CONFAGRICOLTURA: “INTERVENIRE CON URGENZA. IL PROLIFERARE DELLA FAUNA SELVATICA E’ ORMAI UNA QUESTIONE DI SICUREZZA PUBBLICA” “L’incidente mortale di questa notte nel Lodigiano, sull’autostrada A1, provocato dal passaggio di un branco di cinghiali, evidenzia quanto sia necessario intervenire con urgenza per limitare la proliferazione della fauna selvatica”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sul gravissimo incidente che ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre, compresi alcuni bambini. Quanto successo è l’effetto del mancato controllo delle popolazioni di cinghiali che, nonostante gli appelli degli agricoltori, è stato sottovalutato. Se ne parla da tanto tempo, ma non sono state prese misure efficaci e concrete. La fauna selvatica è così arrivata anche alle periferie delle città, da Nord a Sud, causando numerosi problemi. Ungulati e cervidi sono in aumento ovunque e sono responsabili di danni ingenti a persone, raccolti e strutture agricole. L’incidente mortale di stanotte richiama con urgenza l’attenzione delle istituzioni su una questione che non è più prettamente agricola, ma di sicurezza vera e propria per i cittadini. “Siamo di fronte all’ennesima colpevole disattenzione. Ci aspettiamo che si intervenga tempestivamente per debellare un fenomeno che nuoce alla sicurezza dei cittadini e all’economia del Paese” – conclude Confagricoltura.