Un costante confronto tra Consorzi per favorire lo sviluppo omogeneo delle indicazioni geografiche. E’ uno degli obiettivi che anche nel 2019 sarà al centro della missione di Origin Italia (ex Aicig) che, grazie alla modifica statutaria dello scorso novembre, punta ad accogliere nuovi soci dal mondo dei salumi e dei formaggi.
Origin Italia sarà presente a Siena il 5 febbraio per il Kickoff di Qualivita in cui si farà il punto sulle indicazioni geografiche e sulle opportunità di crescita del sistema delle denominazioni. Ad agricultura.it ne abbiamo parlato con il presidente Nicola Cesare Baldrighi.
Quale è il bilancio del 2018? «Il 2018 ha segnato un progresso per le DOP IGP, sia come numero di registrazioni UE (con l’ultima in ordine di tempo la IGP Lucanica del Picerno, che segue la IGP cioccolato di Modica le denominazioni italiane DOP, IGP, STG sono 299, sul totale UE di 1441)- sia come dati di mercato. Valore: alla produzione: 6,96 mld di euro (con i vini 15,2 mld euro; 18% del settore agroalimentare); al consumo 14,7 mld euro; export 3,5 mld euro per un totale di 83700 operatori. I Consorzi di tutela comprendono 131 (agenti vigilatori 231, di cui 108 con qualifica agenti di Pubblica Sicurezza)».
Quali sono le prospettive per il 2019? «Nell’assemblea del 30 novembre di modifica statutaria Aicig ha assunto la denominazione Origin Italia, in modo da relazionarsi con Origin EU, l’associazione fondata a Bruxelles lo scorso marzo per riunire gli organismi di produttori della UE, e con la rete internazionale Origin, fondata a Ginevra nel 2003 per rappresentare i produttori di Indicazioni Geografiche dei vari continenti. Inoltre, con la modifica statutaria potranno associarsi ad Origin Italia anche le associazioni dei vari gruppi merceologici DOP IGP, quali Afidop per i formaggi ed Isit per i salumi, rappresentando il tal modo quasi il 95% del valore dei prodotti italiani tutelati. Poi, con gli accordi di libero scambio della UE con i Paesi terzi, quali Ceta con Canada già in vigore o quello col Giappone in vigore dal 1 febbraio 2019, si prevede che i flussi di esportazione aumenteranno. Il mercato si presenta particolarmente positivo per molti formaggi».
Quale è il futuro delle Dop e delle Igp? «Sono tre gli ambiti che determineranno le prospettive del prossimo futuro: nuova PAC, la cui proposta, pur con i 6 mila emendamenti, prevede dei punti fondamentali per DOP ed IGP quali una loro migliore tutela sul mercato o la riduzione dei tempi e la semplificazione nelle procedure per la modifica dei disciplinari produttivi; l’applicazione e la negoziazione degli accordi commerciali di libero scambio, per cui diventa fondamentale interloquire con i Consorzi di tutela che hanno proceduto a registrazione dei marchi nei Paesi terzi e che possono essere detentori del diritto di proprietà intellettuale; vegliare affinché i Paesi membri UE applichino la tutela ex officio, cioè l’obbligo previsto dal regolamento UE n.1151/12 di intervenire per tutelare le Indicazioni Geografiche».