La cimice asiatica, la difesa alternativa alla chimica, l’innovativo modello di frutteto pedonabile e le nuove varietà di mele messe a dimora nelle Valli del Noce. Sono i temi chiave della giornata tecnica “La frutticoltura delle Valli del Noce”, quest’anno alla sua 22 esima edizione, che si è svolta all’auditorium del Liceo Russel di Cles.
Più di 350 i frutticoltori presenti e 120 quelli collegati in diretta streaming (la giornata è disponibile sul canale youtube FEM). Un appuntamento ormai consolidato, organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico in collaborazione con il Consorzio Melinda e APOT, a cui hanno preso parte in apertura l’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, e il direttore generale FEM, Sergio Menapace, con la moderazione di Tommaso Pantezzi, responsabile dell’Unità frutticoltura e piccoli frutti.
“Su queste tematiche fondamentali per il comparto agricolo – ha evidenziato l’assessore Giulia Zanotelli – l’amministrazione provinciale intende dare risposta tramite la ricerca applicata della FEM, nostro fiore all’occhiello, impegnato da anni con monitoraggi, studi e ricerche”. Sul tema delle nuove varietà – ha puntualizzato l’assessore -occorre dare risposta alle richieste del consumatore tenendo ben presente che i nostri agricoltori stanno sposando la linea della sostenibilità. Pertanto la PAT sta pensando a programmi specifici da portare avanti”. Il Direttore generale, Sergio Menapace, ha spiegato che questa giornata rappresenta il primo importante evento di ogni annata per presentare al mondo agricolo i risultati e le continue attività in progress che FEM, in rete con gli enti di ricerca locali, nazionali e internazionali, mette in campo per dare risposte concrete ai bisogni della produzione”. In rifermento alle tematiche affrontate, tutte quattro sono legate dal filo conduttore della sostenibilità. “L’obiettivo dell’incontro – ha puntualizzato- è fornire nozioni e informazioni pratiche/ applicative per contrastare le problematiche in un’ottica di sostenibilità, con metodi alternativi alla chimica, nella consapevolezza però che le soluzioni si ottengono con un mix di risposte”.
Cimice asiatica: Ecco Bugmap, l’app FEM utile strumento per studiarne la diffusione. Per contrastare la diffusione di questo fitofago originario dell’Asia orientale la FEM si è attivata fin dalla sua comparsa nel 2016, creando un tavolo interno di coordinamento delle attività di sperimentazione di tutti i tecnici e ricercatori coinvolti su questo tema. Valerio Mazzoni ha spiegato che oltre alle attività informative di monitoraggio su tutto il territorio è stata messa a punto una applicazione per smartphone, BUGMAP, per automatizzare la raccolta e la validazione dei dati, coinvolgendo anche i cittadini. “I mezzi chimici hanno dimostrato una efficacia parziale; sono attualmente allo studio metodi alternativi basati su trappole a feromoni con segnali vibrazionali in gradi di migliorare l’efficacia della cattura”. L’attenzione è rivolta anche, nell’ambito di un consorzio nazionale di cui fanno parte FEM e C3A, ai parassitoidi nativi della cimice in vista di applicare una possibile lotta biologica. Infine, sono in corso studi di fattibilità della tecnica di maschio sterile, già attivi in Trentino nei confronti della mosca mediterranea della frutta.
Allo scopo di conoscere come è stata affrontata la problematica della cimice asiatica in una realtà che già da qualche anno convive con questo parassita è stata anche presentata l’esperienza piemontese. Graziano Vittore di AGRION ha parlato delle strategie di difesa attuabili in frutteto: corretta distribuzione degli agrofarmaci e applicazione delle reti.
Difesa: presentate le alternative alla chimica per contrastare afidi e cimici. Daniele Barchetti ha spiegato che la difesa fitosanitaria nel 2019, in particolare nel campo degli insetticidi, presenta alcune novità. “È importante che i frutticoltori siano aggiornati in modo da poter scegliere con cognizione i prodotti per contenere i diversi parassiti in particolare per la difesa dagli afidi e da cimici.” La difesa chimica oggi deve tener conto della scarsa disponibilità di prodotti fitosanitari e delle limitazioni nel loro uso dovute all’etichetta, al DPI (Disciplinare di Produzione Integrata) e alla necessità di ottenere frutta con un basso numero di residui”. Sono state illustrate, dunque le diverse alternative per contenere l’afide grigio. Per quanto riguarda la cimice in val di Non la presenza è limitata, ma dal 2018 è un aumento. Il contenimento chimico risulta difficile sia per le caratteristiche biologiche dell’insetto sia per la scarsa efficacia dei prodotti disponibili. Una interessante opportunità arriva dal contenimento meccanico con uso di reti antiinsetto.
I vantaggi del frutteto pedonabile: meno chimica e meno deriva, raccolta più efficiente e meccanizzazione. Interessanti risultati arrivano dalle prove sperimentali in corso da alcuni anni presso FEM. Alberto Dorigoni ha spiegato che l’allevamento a Guyot è l’ultimo anello nell’evoluzione dallo spindle al frutteto in parete che grazie ai sesti di impianto simili alla vite permette nuove vie di coltivazione del melo proiettate verso il futuro. Nelle prove di allevamento si è ottenuta una progressiva riduzione della larghezza della parete frutticola incrementando il numero di assi per albero. Nell’allevamento a Guyot, un termine mutuato dalla viticoltura, viene superato il sistema tradizionale di allevare uno o più assi verticali permanenti.
Il sistema a Guyot si adatta molto bene a meccanizzare potatura, diradamento, diserbo e sfogliatura. Rispetto allo spindle, la difesa delle piante allevate a Guyot può essere ottimizzata con risparmio di antiparassitari e riduzione della deriva, trattando a file alterne oppure senza ventola. Quanto all’efficienza della raccolta, si raggiungono anche i 300 kg/ora/persona con cantieri molto semplici ed economici, resi molto produttivi dalla qualità omogenea delle mele e dall’interfilare di appena 2 metri che riduce i tempi di spostamento della frutta nei bins senza costosi convogliatori a nastri.
Nuove varietà di mele: presentate le prime esperienze di osservazione ai frutticoltori . Negli ultimi anni molti frutticoltori delle valli del Noce, anche su indicazione di Melinda, hanno messo a dimora nuove varietà di mele. Le prime esperienze impostate dal Centro Trasferimento Tecnologico in collaborazione con Consorzio Innovazione Frutta, e i dati ottenuti, aiutano i frutticoltori a mettere in atto le tecniche di coltivazione adeguate: è un percorso appena iniziato che dovrà continuare anche nei prossimi anni. Roberto Torresani ha spiegato che l’obiettivo principale è quello di far fronte, con l’innovazione varietale, al surplus di prodotto di varietà tradizionali legate all’aumento di produzione frutticola nel resto d’Europa, in particolare quella dell’Est, al mutato contesto mercantile che ha visto chiudersi importanti mercati come quello Russo e allo stagnante consumo nel mercato locale.
FEM è fortemente impegnata affinché per queste nuove varietà, delle quali spesso poco si conosce dal punto di vista gestionale, vengano date agli agricoltori puntuali e precise indicazioni tecniche. L’obiettivo è quello che l’agricoltore riceva, appena disponibili, le più aggiornate informazioni tecniche così che possa coltivarle con successo. Le varietà descritte e presentate alla Giornata Tecnica di Cles sono: Minneiska SweeTango®, Kizuri Morgana®, Gradisca, CIV 323 Isaaq®, Lumaga Galant®, Fengapi Tessa®, UEB 6581, R201 Kissabel®