«L’annata 2014 è stata una vera e propria sfida che, grazie all’impegno congiunto di produttori ed enologi, oggi possiamo dire essere stata vinta sul mercato – commenta il Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni. È stata una stagione contrassegnata dalle difficoltà climatiche, quindi molto impegnativa, che ha comportato una riduzione della produzione stimata sulle 6 milioni di bottiglie, quindi un 30% in meno rispetto al nostro standard. Solo l’ottimo lavoro in vigna e nella fase di fermentazione hanno potuto trasformare il prodotto in cantina nel vino all’altezza della fama del Brunello».
Insieme ai vini, che restano i protagonisti assoluti dell’evento, anche quest’anno il Consorzio ha voluto dedicare spazio al confronto e all’approfondimento, per fornire spunti di riflessione ai produttori, agli operatori e al pubblico presente. Al centro del dibattito di oggi il confronto tra il Brunello e i vini francesi.
Il primo incontro, condotto dal giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro, si è aperto con la presentazione degli inediti risultati della ricerca condotta da Nomisma sul rapporto tra Italia e Francia nell’export di vino imbottigliato e ha messo a confronto i rossi Dop delle tre regioni vinicole italiane di riferimento (Toscana, Piemonte, Veneto) con quelli delle regioni francesi (Bordeaux, Borgogna). Ne emerge un grande derby dove la Francia sfrutta con abilità il vantaggio creato in passato per “tenere a bada” lo scalpitante cugino italiano che deve ancora crescere in termini di numeri ma non di qualità. Gli USA rappresentano il mercato dove entrambi i paesi sono fortissimi e dove il Brunello mantiene alto il tricolore italiano. L’Asia (Cina, Hong Kong e Giappone) è l’area dove la Francia ancora non ha rivali. In Cina il mercato italiano ha però più chances, e dove invece la Francia sta rallentando molto (- 17% nel 1° semestre 2018). Per il Brunello la penetrazione nei 3 paesi asiatici sale al 15% dell’export totale, non arrivando ai livelli dei vini francesi ma registrando comunque il doppio rispetto alla media degli altri rossi italiani. Dove ancora la distanza è notevole sono i prezzi medi all’export: se i vini rossi d’oltralpe vengono esportati ad un prezzo medio attorno ai 6 euro litro, gli omonimi nazionali vengono venduti a 4,64 euro/lt, differenza ancora maggiore nel caso dei rossi DOP, dove i vini francesi vengono esportati a 9,1 euro/lt contro i 5,5 euro/lt di quelli italiani.
Un ultimo dato, che sostanzialmente mette tutto in parità: negli USA – almeno per il campione Nomisma – i grandi rossi italiani significano Tradizione, Relax, Divertimento mentre quelli d’oltralpe Creatività, Eleganza, Esclusività.
Una volta descritto lo scenario, la ricerca di Nomisma ha fatto luce sul posizionamento del Brunello, tracciando l’identikit del consumatore “tipo” di Brunello nei due mercato di riferimento, quello italiano e quello statunitense. Per il mercato nazionale, Nomisma ha condotto un’indagine su un campione di 1.000 consumatori italiani di vino, i quali ne riconoscono soprattutto l’ottima qualità (per il 35% degli intervistati) e lo status symbol (25%), l’essere percepiti cioè come “oggetto di culto”. Il consumatore di Brunello è uomo, di età compresa tra 36 e 51 anni, occupato, con un titolo di studio alto (laurea/dottorato), residente in Centro Italia e con un reddito mensile superiore ai 2.500 Euro. È un consumatore amante dell’enoturismo, beve vino una volta a settimana o più spesso, si informa prima di acquistare vino e lo compra anche online. In USA l’analisi di Nomisma ha preso in esame i cosiddetti frequent user (ovvero consumatore di vino 2-3 volte a settimana o più spesso) di fine wines, prendendo ad esempio un campione di 2.400 consumatori di vino residenti a New York, New Jersey, Florida e California. L’identikit è quello di un consumatore più giovane rispetto tra i 21 e 35 anni, con titolo di studio medio-alto e un reddito alto (superiore ai 75.000$), residente a New York e nel New Jersey e che ha visitato l’Italia nell’ultimo anno.
Spunti di riflessione emergono anche dallo studio, condotto dall’autorevole agenzia quotidiana di comunicazione online Winenews, negli anni scorsi sulla crescita del valore degli ettari di vigneto, che, a Montalcino, mediamente – soprattutto dopo le recenti acquisizioni – è di 700.000 euro, per arrivare a superare picchi di 900.000 euro. “Dal 1966, anno del riconoscimento della Doc, ad oggi, l’incremento del valore è stato del 4.500%, un record pazzesco, che porta i vigneti di Montalcino a “sedere” sull’Olimpo di quelli più pregiati al mondo ed in cima a quelli italiani, insieme al Barolo”, si legge sul portale di riferimento del settore.
Oggi e domani Benvenuto Brunello si arricchisce anche della presenza di 20 tra sommelier e responsabili di cantina di alcuni dei più noti ristoranti d’Italia, stellati Michelin e non, invitati dal Consorzio a testimonianza del costante legame e interesse del mondo dell’alta ristorazione italiana verso il Brunello. Si va da nord a sud del paese con i sommelier di Piazza Duomo di Alba e dell’Antica Corona Reale di Cervere, in provincia di Cuneo, dei milanesi Il Seta by Antonio Guida, Barbacoa e Vun Milano, oltre alla sommelier Valentina Bertini (Terrazza Gallia), recentemente nominata miglior sommelier dell’anno dalla Guida Espresso, il St. Hubertus di San Cassiano, Locanda Margon di Ravina (Trento), Le Calandre di Rubano (Padova), passando per Dal Pescatore di Runate (Mantova), il San Domenico a Imola, Uliassi di Senigallia (Ancona), Caino di Montemerano (Grosseto), l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Il Pagliaccio di Roma, L’Olivo di Anacapri, il Reale de L’Aquila e la Locanda Don Serafino di Ragusa.
Domani, sabato 16 febbraio, sarà la volta della tavola rotonda dal titolo “Il racconto del vino in TV” insieme agli storici volti nazionali Marcello Masi e Rocco Tolfa di Rai2 e Gioacchino Bonsignore del Tg5, e a Monique Soltani dell’emittente americana Wine Oh TV. condotta da Ferraro con Marcello Masi e Rocco Tolfa,
Il convegno chiuderà il consueto programma del sabato di Benvenuto Brunello che prevede l’assegnazione dei premi Leccio d’Oro, la presentazione delle stelle alla vendemmia 2018 e lo svelamento della formella celebrativa dell’annata.
Tutti gli aggiornamenti dall’Anteprima sul sito del Consorzio www.consorziobrunellodimontalcino.it e sui profili social con gli # ufficiali #bb2019 e #BenvenutoBrunello2019 @brunellodimontalcino, @ConsBrunello e @brunellodimontalcino.
I dati del 2018:
Come ogni anno Benvenuto Brunello rappresenta infine l’occasione per tirare le fila sull’andamento, in termini di produzione, export e fatturato, delle denominazioni del Consorzio e di tutto il territorio montalcinese. Dal punto di vista della produzione, nel 2018 sono state 8 milioni le bottiglie di Brunello prodotte, in leggero calo rispetto all’anno precedente, e 4,5 milioni quelle di Rosso, trend costante rispetto al 2017. L’export si conferma al 70% della produzione totale, con gli USA in testa alla “classifica”, seguiti da Europa, mercati asiatici, Canada e centro e sud America. Per quel che riguarda il giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino, quest’anno ammonta a 160 milioni di euro. Infine crescono anche i flussi turistici, aumentati del 10% rispetto all’anno scorso, quando si erano registrati 1.500.000 visitatori, e i pernottamenti, che segnano +20% rispetto al 2017, quando erano stati 150mila.