Una burocrazia che strangola le imprese agricole e che le fa scappare dalla provincia di Siena. Fra i tanti problemi con cui devono fare i conti, quotidianamente, le aziende agricole senesi – emergenza ungulati e selvatici, mercato e costi di produzioni – quello della burocrazia diventa sempre più un macigno insormontabile. Ma anche nei programmi elettorali in vista delle prossime elezioni amministrative del 26 maggio, emerge un’agricoltura che è praticamente assente e con essa strategie turistiche legate al prodotto agroalimentare che invece rappresenta un volano economico importante.
Nelle ultime settimane la Cia Agricoltori Italiani di Siena, ha incontrato associati in tutta la provincia grazie ai Comitati comunali, con il presidente Cia Valentino Berni ed il direttore Roberto Bartolini.
«Gli ostacoli burocratici – commenta Valentino Berni, presidente Cia Siena – sono sempre più evidenti e rappresentano un vero e proprio freno agli investimenti delle aziende agricole, non permettendo uno sviluppo dell’intero territorio. Quando va bene gli uffici tecnici comunali hanno tempi esageratamente lunghi nel fornire risposte alle aziende che così ritardano gli investimenti (ad esempio per l’ammodernamento di una stalla), talvolta anche perdendo i contributi a cui hanno avuto accesso. Ma ci sono comuni in cui non si hanno proprio risposte, si impediscono investimenti anche da parte di possibili nuove aziende agricole. Così, come è accaduto recentemente, due aziende hanno lasciato la nostra provincia per andare ad investire nelle province di Grosseto ed Arezzo».
Altra nota dolente è la promozione praticamente assente e fatta singolarmente dai comuni senesi: «Ancora sindaci ed amministratori non si rendono conto che il motore socio-economico di questo territorio è l’agricoltura ed il turismo legato ai prodotti agricoli. C’è bisogno di una strategia fra i diversi comuni, per avere eventi diluiti durante tutto l’anno; mentre sembra di assistere ad una sfida fra comuni confinanti che organizzano due diversi eventi per promuovere lo stesso prodotto. Insomma non ci siamo. Considerando anche che le risorse ci sono, se pensiamo che ormai tutti hanno introdotto la tassa di soggiorno che deve essere reinvestita nello stesso settore turistico».
«Infine una attenzione particolare – conclude il direttore di Cia Siena, Roberto Bartolini – anche per le tasse che vanno a carico delle aziende agricole, «non dobbiamo dimenticare che le aziende svolgono anche la funzione di presenza sul territorio, sono un presidio contro il dissesto idrogeologico, oltre ad essere i primi ‘autori’ di paesaggi unici al mondo come quelli della campagna senese».