“La formazione e l’informazione dei datori di lavoro e dei lavoratori, attività non di competenza delle organizzazioni agricole, sono elementi fondamentali e imprescindibili per la prevenzione e il contrasto del caporalato in agricoltura, che continua a essere tristemente presente sul territorio nazionale e che, pur interessando aree circoscritte del Paese, danneggia l’immagine e il lavoro onesto della maggioranza delle aziende agricole. Un discorso analogo si può fare per quanto attiene al reclutamento della manodopera, su cui si può e si deve intervenire, come sollecitiamo da tempo, puntando con decisione sul rafforzamento dei servizi pubblici di intermediazione lavorativa, quale chiave di volta per il reclutamento legale della manodopera, e attraverso una apposita banca dati che favorisca l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina in relazione a quanto emerso in occasione dell’indagine conoscitiva sul caporalato in agricoltura.
“Un ragionamento a parte va poi in messo in campo per quanto attiene alle questioni dei trasporti pubblici nelle aree rurali, che ad oggi continuano a essere molto carenti, anche e soprattutto a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata”, aggiunge il presidente della Copagri.
“In aggiunta a ciò, è però necessario continuare ad agire sulle leve economiche che consentono i fenomeni di sfruttamento dei lavoratori, intervenendo sul costo del lavoro e sugli aspetti burocratici, riducendo gli oneri sociali e semplificando gli adempimenti, soprattutto per la manodopera stagionale; le aziende agricole, in altre parole, devono essere messe nelle condizioni di rimanere competitive sui mercati”, conclude il presidente Verrascina.