Rafforzare il sistema di gestione degli ungulati e della fauna selvatica attraverso un potenziamento di organici della polizia provinciale, una semplificazione delle procedure per attivare gli interventi, e il varo di azioni ad hoc da utilizzarsi nelle aree urbane, dove la presenza degli ungulati è sempre meno sporadica.
E’ questo lo scopo di una proposta di legge approvata lunedì scorso dalla giunta regionale.
“La proposta di legge – commenta il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – è frutto di un complesso lavoro svolto insieme ai Corpi di polizia provinciale e all’Upi (Unione Province) per mettere a sistema le azioni volte a fronteggiare l’emergenza ungulati e per farlo anche nelle aree urbane, dove questi animali si fanno vedere sempre più spesso causando pericoli soprattutto per chi se li vede apparire d’improvviso sulle strade. Lavoriamo da tempo su questo, certamente da prima dei solleciti via radio del sindaco di Firenze. Gli interventi che Nardella ha chiesto alla Regione sono esattamente quelli che già figurano nella proposta di legge e sui quali stiamo lavorando da molti mesi. Mi spiace che la Polizia provinciale della Città metropolitana non abbia informato adeguatamente il sindaco di Firenze di questo percorso. Ma ora siamo in dirittura d’arrivo e attendiamo un iter di approvazione rapido da parte del Consiglio regionale”.
La normativa, che si muove dall’esigenza, dopo 3 anni di convenzione, di definire i compiti della Polizia provinciale dopo il passaggio delle competenze alle Regioni, consente di mettere a sistema gli interventi per il contenimento degli ungulati: gli agricoltori, attraverso una procedura informatizzata che passa da Artea (l’organismo pagatore in agricoltura) potranno chiedere con facilità l’intervento e avranno la certezza di avere una risposta entro un termine che, a regime, sarà di 36 ore.
Allo stesso modo, qualora presenze di ungulati si ravvisino in città, fenomeno sempre meno raro, la legge stabilisce un iter preciso per l’intervento: è il sindaco che, in presenza di ungulati che costituiscono pericolo potenziale per la pubblica incolumità e per la sicurezza della circolazione stradale, richiede alla Regione l’attivazione di interventi di controllo, indicando l’area problematica. A quel punto la struttura regionale competente autorizza la Polizia provinciale ad attuare gli interventi richiesti dal sindaco, anche tramite coordinamento delle guardie venatorie volontarie.
“Questa normativa – sono parole dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi – dà agli agricoltori due elementi decisivi per fronteggiare questo problema: un metodo chiaro e semplice per far intervenire la polizia provinciale e tempi rapidi per il successivo intervento. In questi anni abbiamo attivato normative e procedimenti di urgenza, che hanno permesso di cominciare a invertire la tendenza delle presenze di ungulati. Ma il problema non è risolto e per questo servono strumenti chiari e precisi a sostegno di chi è maggiormente esposto a queste presenze con gravi conseguenze per i redditi e per le colture”.
La proposta di legge prevede anche un incremento dei fondi destinati alla polizia provinciale: l’aumento è di 1,4 milioni di euro e porta il budget complessivo di risorse erogato dalla Regione a quasi 4 milioni annui. Una parte di queste risorse verrà utilizzata per aumentare gli organici delle polizie provinciali in modo da garantire un controllo più diffuso e capillare.