Da una moral suasion alle istituzioni per fare più prevenzione a un maggior controllo del territorio, dall’impegno costante sulla legalità a informazioni dettagliate sulle etichette, contando sempre sul contributo dei reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri. Sono tanti gli spunti arrivati dalla due giorni di convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più Qualità”, organizzato a Roma alla Caserma Salvo D’Acquisto dal Comando generale dei Carabinieri. Un appuntamento in cui Cia-Agricoltori Italiani è stata parte attiva, con il presidente nazionale Dino Scanavino tra i relatori della tavola rotonda dedicata alla filiera e un desk istituzionale sul tema della contraffazione alimentare.
“La prima grande verità è che la merce che troviamo sugli scaffali dei supermercati è sana -ha sottolineato Scanavino- proprio per effetto dei controlli e delle normative italiane, che sono tra le più attente e stringenti, e anche grazie al lavoro meticoloso di tutte le forze dell’ordine”. Quanto alla qualità del Made in Italy, “viene presidiata innanzitutto con i sistemi Dop e Igp”, in cui il nostro Paese è leader in Europa con 300 prodotti certificati, su cui il livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare non ha pari, e poi “bisogna continuare a lavorare su strumenti tecnologici nuovi come la blockchain”.
Dal convegno organizzato dall’Arma dei Carabinieri, è venuta fuori la necessità di costruire un progetto di tutela dell’agroalimentare italiano che coinvolga con regolarità associazioni di categoria ed esperti, prima di tutto per bloccare la contraffazione, che altera l’equilibrio del mercato con un impatto sull’economia pari a circa l’1-2% del Pil in termini di mancate vendite.
Cia-Agricoltori Italiani lo ha evidenziato plasticamente al suo desk espositivo con i prodotti agroalimentari tricolori più “copiati”, dove in testa alla classifica ci sono i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano che resta l’eccellenza nazionale più taroccata al mondo. Il giro d’affari della contraffazione, in questo ambito, arriva a 2 miliardi di euro. Non solo: nell’ultimo decennio, anche l’olio extravergine d’oliva “falso” o “irregolare” è cresciuto quasi del 90%. Al settore dell’olio italiano, truffe e sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno. Il mercato del “contraffatto” nel settore vino e spiriti, invece, procura al Made in Italy agroalimentare un danno di 2,7 miliardi di euro, pari a quasi il 7% del totale vendite. Nella lista, poi, anche i salumi nostrani più prestigiosi, dal Prosciutto di Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna, l’Aceto Balsamico di Modena, e addirittura il miele nazionale, con la scoperta di livelli di adulterazione che possono giungere fino anche al 40%.