In attesa delle temperature ideali per le prime semine del 2020, RV Venturoli presenta in catalogo Celsius, una varietà di erba medica dai molteplici benefici. La Celsius si semina in primavera o autunno quando le temperature superano i 5-6°; è caratterizzata da semi molto piccoli (1,8 grammi per 1000 semi) e da tolleranza nei confronti delle malattie e del freddo. RV Venturoli commercializza questa varietà da due anni con buoni esiti commerciali in particolare nel Nord Est e nella Pianura padana.
Grazie alla velocità di ricaccio, la Celsius può essere sfalciata più volte ed è altamente produttiva anche grazie all’alta taglia di questa pianta dal portamento eretto; inoltre i foraggi di Celsius sono molto apprezzati per la qualità degli steli in termini di tenore proteico e qualità delle fibre.
L’erba medica, tra le piante foraggere la più coltivata nel nostro Paese (oltre 720.000 ettari) è considerata una delle colture più ‘sostenibili’ che ci siano. Originaria degli altopiani dell’Asia Meridionale, è una pianta poliennale che occupa in Italia da molto tempo un ruolo essenziale per l’alimentazione animale. Questa coltura, la cui superficie coltivata è in costante aumento, è diffusa in tutto l’areale italiano. In particolare è coltivata in Emilia Romagna, (più della metà della superficie totale italiana), seguono Lombardia, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Toscana, Veneto e Campania.
Le coltivazioni di erba medica migliorano la fertilità e la struttura del suolo per merito delle profonde radici rizobiate che fissano l’azoto atmosferico nel terreno e possono raggiungere i 5 metri di profondità riuscendo anche ad assorbire i minerali presenti negli strati più profondi del terreno. Grazie alle proprietà nutrizionali presenti in essa ( proteine, fibre, vitamine e acidi grassi essenziali) e alla digeribilità del foraggio, l’erba medica rappresenta la coltura foraggera per eccellenza.
Confrontando i diversi scenari di coltivazione italiani, la collina asciutta del centro Italia e la pianura irrigua padana, l’erba medica conferma di essere “la regina delle foraggere”, anche dal punto di vista della redditività e una scelta valida da tenere sempre più in considerazione nei piani colturali di molte aziende agricole.