È lo sviluppo dell’agricoltura irrigua, una risposta concreta alla difficile congiuntura dell’economia del Paese (160 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo Economico, 60mila lavoratori a rischio disoccupazione, +57,6% nella Cassa Integrazione Straordinaria a Gennaio rispetto a Dicembre).
Ad affermarlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI), analizzando i dati sugli investimenti in infrastrutture irrigue, previsti dal Piano di Sviluppo Rurale Nazionale (P.S.R.N.); si tratta di 35 progetti, che prevedono interventi sulla rete esistente per 47mila chilometri e nuove realizzazioni per 70 chilometri, a servizio di una superficie di 395mila ettari, corrispondente al 13% della superficie attrezzata per l’irrigazione nel nostro Paese.
Il risparmio irriguo stimato dopo la realizzazione delle opere progettuali è pari a circa 120 milioni di metri cubi all’anno. “È stato realizzato con progetti esecutivi, finanziati con risorse comunitarie, fatti dai Consorzi di bonifica capaci di garantire migliaia di posti di lavoro ed i cui cantieri sono in fase di apertura. Non solo: il miglioramento e l’ampliamento della rete irrigua, oltre ad importanti valori ambientali, permette lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, aumentando reddito ed occupazione” commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.
“La capacità progettuale dei Consorzi di bonifica e quella operativa dei propri operai – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – sarà rilanciata e presto presentata nel Piano Straordinario Manutenzione Italia utile anche a ridurre il gap infrastrutturale fra Nord e Sud del Paese.”