Formaggi a domicilio, spesa biologica con WhatsApp, consegna a spese zero. In tempi di coronavirus i produttori di Confagricoltura Verona reinventano la propria attività.
Simone Destrotti, titolare del caseificio a Santo Stefano di Zimella, ha deciso di tirarsi su le maniche e di portare a domicilio caciotte, scamorze e yogurt, oltre che yogurt e panna cotta. Tutto autoprodotto. Non aveva alternative: Con ristoranti, pizzerie e bar chiusi, il commercio di formaggi freschi come mozzarelle, ricotta, stracchino si è fermato e anche nei supermercati, sull’onda della paura, la gente sta facendo incetta di formaggi e latte a lunga conservazione. Agli allevatori cominciano ad arrivare le lettere dei grossisti che, data l’emergenza coronavirus e il blocco della filiera, annunciano riduzioni sul prezzo del latte di tre centesimi e possibili ulteriori riduzioni nei prossimi giorni, nonché la sospensione temporanea dei ritiri del prodotto.
“Per adesso a noi va bene, perché siamo soci di una cooperativa e il latte lo stiamo vendendo ancora – spiega Destrotti -. Però hanno chiuso tutti i mercatini, che erano il nostro sbocco commerciale per i formaggi. Le vacche non vanno in vacanza e siamo in piena produzione. Stiamo continuando a produrre di tutto: ricotta, stracchino, mozzarella, budini. Abbiamo cominciato ieri nella zona, speriamo che vada bene”.
La sorella Roberta Destrotti, negozio a Colognola ai Colli, porta la spesa biologica con un semplice messaggio WhatsApp: ortofrutta ma anche pasta, grissini e altro. “Eravamo partiti con un giorno alla settimana, adesso stiamo consegnando tutti i giorni della settimana dall’Est Veronese a verona – dice -. Ci chiamano in tanti, sono contentissimi del servizio. E siamo contenti anche noi: la consegna a domicilio ci sta salvando la vita”.
Anna Rizzi, titolare dell’azienda Seiterre a Salionze sul Mincio che produce vino e birra, ha invece deciso di lanciare la consegna domicilio a spese zero per andare incontro ai consumatori in questo momento di grande difficoltà. “Vediamo su Web portali che caricano le consegne con costi di trasporto inenarrabili – dice -. Purtroppo c’è chi, sull’emergenza, ci marcia. Noi invece vogliamo che i clienti imparino ad apprezzarci senza patire un sovrapprezzo che, in questo momento, sarebbe pesante, tanto che nel pacco regaliamo pure gadget e cavatappi. Credo che, facendo di necessità virtù, sia il momento giusto per lanciare l’e-commerce, colmando il gap con svizzeri e tedeschi che sono anni luce avanti rispetto a noi. Da questa riorganizzazione forzata possiamo uscirne più forti. È come se, all’improvviso, il settore primario stesse sfidando i giganti del Web. Sono pronta a scommettere che tutte queste iniziative rimarranno anche nel post era coronavirus. Chi andrà a comprare da Amazon quando, con la stessa comodità, si potrà acquistare i prodotti nel proprio territorio?”.