Anche il pecorino senese è alle corde a causa dell’emergenza sanitaria Coronavirus. Il latte ovino non viene ritirato e i piccoli caseifici in provincia di Siena, avendo le celle piene, non possono più trasformare il prodotto.
Dagli allevatori e piccoli caseifici un altro grido di dolore dell’agricoltura, sottolinea la Cia Agricoltori Italiani di Siena. Tanto più che dall’1 aprile i pastori non hanno più a chi dare il latte, visto che i contatti telefonici con i caseifici più grossi hanno dato risposte negative. Un appello alla Grande distribuzione organizzata ad acquistare le produzioni di formaggio pecorino del territorio senese.
E poi un appello al Governo. Cia Siena chiede che nei due bandi aperti da Agea, il 25 marzo, del valore complessivo di 14 milioni di euro per l’acquisto di Pecorino Dop da destinare alle persone indigenti attraverso la rete degli enti caritativi, venga acquistato anche il Pecorino toscano ed inseriti i formaggi a pasta fresca, se davvero si vuole dare un supporto concreto a tutta la filiera. «E’ necessario, anche con questo intervento, sostenere i caseifici medio-piccoli – sottolinea il presidente di Cia Siena, Valentino Berni – che sono presenti sul territorio e utilizzano il latte dei tanti pastori in difficoltà».
I caseifici medio-piccoli, che rappresentano una grande eccellenza per la Toscana, hanno perso in queste settimane di emergenza sanitaria, la totalità di clientela composta da ristoranti e turisti. «Solo chi è riuscito ad organizzare canali di vendita diretta o a domicilio – precisa il direttore Roberto Bartolini – riesce, seppur fra mille difficoltà a sopravvivere. Ed anche la grande distribuzione – riferiscono i caseifici – in questo periodo non accetta nemmeno le offerte proposte, proprio per permettere di dare un flusso alle produzioni locali».
Ricordiamo che il settore del latte ovino in Toscana ed in provincia di Siena viene da due campagne molto complicate, dopo i gravi problemi dovuti ad un prezzo del latte sottopagato e con allevamenti costretti a chiudere. Per questo è necessaria un’accelerazione delle soluzioni sui tempi di pagamento del latte già acquistato.