E’ molisano di Larino, ma il suo nome vuol dire “vino italiano” nel mondo. Lo possiamo definire uno dei molisani più famosi fuori dai confini regionali, senza timore di smentita. Oggi Pasquale Di Lena è rientrato nel suo Molise, dopo una vita da globetrotter dell’agroalimentare, e dirige una delle aziende agricole più note del territorio molisano, la fattoria Di Vaira, stupenda realtà agricola della diocesi di Termoli e Larino.
Ci può raccontare qual’è stato il suo percorso formativo e quali sono state le sue esperienze lavorative?
“Ho alle spalle una forte esperienza toscana, innanzitutto mi sono laureato in Scienze Agrarie, indirizzo enologico, a Firenze; da qui sono poi partite numerose attività, come quella di sindacalista, sempre nel mondo agricolo, sono stato promotore della Confcoltivatori, e inoltre ho intrapreso la carriera politica prima con il Partito comunista e poi candidandomi alla Regione. La laurea è stata fondamentale perché mi ha permesso di partecipare e vincere un importante concorso che mi ha introdotto nel mondo dell’Enoteca Italiana di Siena. Proprio in questo ambiente ho potuto sviluppare idee e progetti che hanno portato alla valorizzazione del vino italiano, creando se vogliamo dire, un vero e proprio business del vino grazie ad iniziative come “Vini e turismo” e “La città del vino”senza dimenticare l’idea“Le città dell’olio”importante per il rilancio di questo prodotto. Il mio lavoro non è rimasto incastrato nei confini nazionali, anzi ho avuto la possibilità di promuovere, grazie a molte attività, il vino italiano nel mondo rilanciando così l’Enoteca Italiana. Da qui poi, nel 2001 ho assunto la direzione dell’Enoteca Italiana di Siena, e nel 2004 sono stato invitato dal Vescovo della diocesi di Termoli e Larino a dirigere la fattoria Di Vaira.”
Ad un uomo che come lei ha maturato un’importante esperienza oltre i confini non solo regionali ma anche nazionali, possiamo chiedere cosa manca al Molise, cioè cos’è che non permette ancora a questa regione di valorizzarsi e quindi di essere riconosciuta?
“Il Molise ha mille potenzialità, ma bisogna rilanciare le aziende, oggi l’agricoltura molisana sta passando un periodo di crisi e quindi il lavoro maggiore va fatto proprio in questo senso, bisogna ridare una nuova immagine all’intero territorio regionale. Manca una spinta rivolta al mercato, il Molise ha bisogno di una cornice che possa valorizzarlo Questa regione non deve essere ricordata solo per il terremoto, ma soprattutto per il suo patrimonio culturale, per i suoi centri storici…è una regione piccola ma dai grandi valori, il valore della transumanza e dei patrimoni…tutti nostri”.
Come procede la sua esperienza nella Fattoria Di Vaira?
Ho la possibilità di lavorare con molti giovani e credo che bisogna dare maggiori possibilità a chi si affaccia per la prima volta nel mondo dell’agricoltura, l’idea di fondo è un pò quella di cambiare la mentalità, gli imprenditori dovrebbero unirsi non per fare numero, ma per organizzare e mettere in atto progetti concreti. Queste zone, quella di Petacciato e Montenero sono veramente belle, io sono di Larino ma devo ammettere di essere totalmente affascinato da questi paesaggi, ho vissuto molti anni in Toscana e posso dire di avere memoria della toscana e dei suoi paesaggi senza dubbio incantevoli ma i paesaggi che ci sono qui…”
Cosa ci può dire della valorizzazione dei prodotti tipici molisani?
Innanzitutto devo segnalare l’ottima qualità dei tre vini DOC ovvero il Biferno, il Molise e il Pentro di Isernia, e dei due IGT il Rotae e l’Osco e terre degli Osci. Grazie al riconoscimento di questi vini le varie aziende vinicole stanno facendo grossi passi, aziende come la Cantina Cooperativa Valbiferno di Guglionesi o l’Azienda Agricola Di Majo di Campomarino, insieme a tante altre, hanno ottenuto degli ottimi riconoscimenti. Proprio a Di Majo è stato dato il riconoscimento per la produzione del miglior Sangiovese, inoltre alcune tra queste aziende vinicole sono anche segnalate sulle guide enogastronomiche più importanti. Oggi il Molise ha indirizzato il suo percorso verso la qualità dei prodotti tipici ma nonostante questo il settore agroalimentare ha bisogno di maggiori sostegni, ricordiamoci che oggigiorno parliamo di imprenditori e non più di agricoltori”.
La vedremo anche al prossimo Vinitaly, insieme agli straordinari prodotti tipici del Molise?
Si, saremo nello stand del Molise con alcuni vini: “SoloMare” e “SoloTerra” che si sposano con piatti a base di pesce o di carne. Mi auguro che anche alla prossima kermesse vinicola di Verona, il Molise si sempre più protagonista.